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Rifiuto esame orale maturità 2025: Lettera aperta di un docente di lettere a Crepet

Rifiuto esame orale maturità 2025: Lettera aperta di un docente di lettere a Crepet

Disponibile in formato audio

Giunge alla nostra redazione la lettera aperta di Daniela Malini, docente di lettere, che risponde al Dott. Crepet.

Rifiuto esame orale maturità 2025: Lettera aperta di un docente di lettere a Crepet

Giunge alla nostra redazione la lettera aperta di Daniela Malini, docente di lettere di Genova, che risponde al Dott. Crepet in merito al rifiuto da parte di alcuni maturandi al sostenimento dell'esame orale.

Pubblichiamo Integralmente il contributo.

Gentile dott. Crepet,

ho letto con attenzione le sue parole in merito al gesto della studentessa di Belluno che ha scelto di non sostenere il colloquio dell’Esame di Stato. Questo caso mi ha colpito fortemente poiché insegno in un liceo. Lei riconosce, giustamente, che la scuola spesso non sa ascoltare i ragazzi, che manca uno spazio autentico per chiedere loro come stanno, che su questo, come adulti ed educatori, abbiamo fallito.

Eppure, proprio per questo, sorprende la sua affermazione secondo cui la ragazza “se l’è presa con l’unica cosa con cui non doveva prendersela”, ovvero il voto.

Non credo affatto che quel gesto sia stato un rifiuto della valutazione in sé. Al contrario, è stato – a mio avviso – una denuncia simbolica, pacifica ma potente, di un sistema che troppo spesso riduce la complessità di un percorso, la storia di una persona, a un numero. Quel silenzio non è stato un vuoto: è stato un messaggio che possiamo leggere non solo come protesta, ma come messa in scena consapevole, alla maniera di ciò che Erving Goffman descrive in La vita quotidiana come rappresentazione.Non era un rifiuto della responsabilità, né della fatica. Ma la risposta estrema a una situazione estrema, in cui il bisogno di essere visti, ascoltati, accolti, è rimasto per troppo tempo inascoltato. E quando si parla e non succede nulla – come spesso accade anche nei consigli di classe, dove le voci degli studenti vengono ridotte, minimizzate o accolte con paternalismo – alla fine si tace. Non per debolezza, ma per stanchezza.

È vero che la scuola non è tutta uguale, e che esistono docenti che praticano quotidianamente un’educazione fondata sull’ascolto. Da Socrate a don Milani, da Manzi a tanti insegnanti di oggi – spesso silenziosi, ma presenti – c’è una linea pedagogica forte, viva, motivata, che fa della relazione la base di ogni apprendimento. Ma non è questo, purtroppo, il modello prevalente.

E di fronte al gesto di questa ragazza, quello che più colpisce è la risposta istituzionale: immediatamente normativa. Il ministro Valditara ha parlato di bocciatura. Si è invocata la regola, la punizione, senza neppure chiedersi perché. Ancora una volta è mancato l’ascolto. Si è risposto da adulti che vogliono ripristinare un ordine, non da educatori che si fermano a capire.

Se una ragazza arriva a parlare solo in quel modo, in quel momento, forse dobbiamo chiederci cosa non abbiamo voluto o saputo ascoltare prima. E raccogliere quella provocazione  come un’occasione per riflettere.

Cordiali Saluti.

Daniela Malini

docente di lettere

Genova

Pubblicato il: 12 luglio 2025 alle ore 10:08

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