di Natale Labia
Sono 66 le università italiane che figurano nell'edizione 2025 della classifica Global 2000 del Center for World University Rankings (Cwur). Un dato positivo, cui però fa da contraltare la difficoltà degli atenei del Bel Paese a competere con i rivali delle altre nazioni. L’80 per cento infatti scende in graduatoria nella lista che elenca i 2000 migliori poli accademici al mondo.
Guardando i dati, dieci università italiane migliorano rispetto allo scorso anno, tre mantengono le posizioni, mentre ben 53 scendono. Il principale fattore di declino è la performance nella ricerca, mentre cresce la concorrenza da parte di atenei che possono godere di importanti finanziamenti. Sono 14 gli atenei italiani che si posizionano meglio rispetto al 2024 per performance nella ricerca e 52 peggio.
"Mentre diversi paesi pongono lo sviluppo dell'istruzione e della scienza in cima alla loro agenda, l'Italia fatica a tenere il passo. Senza finanziamenti più consistenti e una pianificazione strategica più solida, l'Italia rischia di rimanere ulteriormente indietro nel panorama accademico globale in rapida evoluzione", commenta Nadim Mahassen, presidente del Center for World University Rankings.
La migliore delle italiane è La Sapienza di Roma, che però scende di una posizione piazzandosi al 125esimo posto. A seguire ci sono l'Università di Padova che cede cinque posizioni, attestandosi al numero 178, mentre quella di Milano si piazza al 191esimo anch’essa retrocede di cinque posti. Nella griglia di testa italiana figurano poi l'Alma Mater di Bologna al 204esimo posto, Torino 242, la Federico II di Napoli 243, l'Università di Firenze 274, Genova 286, Pisa 288, chiude Pavia nella 327esima posizione.