Loading...
L'Università non è un Lusso
Editoriali

L'Università non è un Lusso

Il commento del senatore Mario Occhiuto di Forza Italia al decreto legge sull'Università, in cui affronta le modifiche più importanti che il Governo e il Parlamento stanno attuando per il sistema di formazione superiore

“L’Università non è un lusso. È una forma di bellezza. Non quella che abbaglia, ma quella che resta. La bellezza che si manifesta nei gesti piccoli: una spiegazione paziente, un dubbio condiviso, un giovane che comincia a credere in sé”. Inizia così l’intervento di Mario Occhiuto in Senato nel corso delle dichiarazioni di voti dopo la discussione del Decreto legge Misure urgenti per l’Università.

Il contributo del Parlamentare oltre a sottolineare alcuni aspetti dell’iniziativa legislativa voluta dal governo presieduto da Giorgia Meloni,  affronta lo stato dell’Università italiana e annota alcuni suggerimenti per migliorare gli istituti di formazione superiore.

“Intervengo per esprimere il pieno sostegno del mio gruppo - quello di Forza Italia -  a questo provvedimento che rappresenta non un episodio isolato, ma un tassello importante di un percorso di riforma coerente, concreto e responsabile che il Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Anna Maria Bernini, sta portando avanti con visione e metodo.

Siamo di fronte a una strategia che potremmo definire “dei piccoli passi” - è la considerazione di Occhiuto - ma che in realtà sta affrontando, uno per uno, i nodi strutturali del nostro sistema universitario, della ricerca pubblica e del rapporto con il Servizio sanitario nazionale.

Il decreto in esame, come ha ben evidenziato il presidente della commissione cultura e relatore Roberto Marti della Lega, contiene interventi urgenti, ma anche azioni strutturali e per questo cito alcuni punti fondamentali:

All’articolo 1 vengono stanziate risorse per aumentare la qualità dell’attività scientifica degli enti vigilati dal Mar, con 40 milioni nel 2025 e 60 milioni annui dal 2026, in chiave di finanziamento premiale. Esso rappresenta un passo decisivo per un sistema di ricerca più competitivo, ma anche più giusto.

Con l’Articolo  si autorizzano nuove assunzioni a tempo indeterminato per il Ministero dell’università. Ingressi fondamentali per garantire l’attuazione del Pnrr con procedure concorsuali semplificate, più snelle e meritocratiche. Si tratta di un segnale forte, visto che la pubblica amministrazione torna ad assumere giovani e competenze, riducendo tempi, titoli farraginosi e barriere d’accesso.

Grazie all’Articolo 5 vengono riassegnati 150 milioni per gli ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno, in coerenza con il Piano “RicercaSud”. Esso è un atto di attenzione concreta verso le Regioni meridionali, troppo spesso penalizzate in termini di infrastrutture e opportunità.

L’Articolo 6 si risolve una questione delicata di contrattualizzazione del personale non dirigenziale nei policlinici universitari trasformati in aziende ospedaliere, garantendo finalmente chiarezza normativa e rispetto delle professionalità.

Nel suo insieme, il decreto dimostra una volontà politica lucida e concreta - commenta ancora Occhiuto - il testo non si limita a tamponare urgenze, ma le trasforma in opportunità di modernizzazione”.

Infine, annota ancora il senatore calabrese, si proroga il mandato degli attuali componenti del Consiglio Universitario Nazionale, in vista della sua prossima riforma, e gli incarichi dei direttori degli Uffici scolastici regionali, per garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico. Sono interventi che parlano il linguaggio della continuità e della responsabilità istituzionale e si inserisce in un percorso più ampio che il Ministro Bernini sta portando avanti con determinazione e ascolto in cui hanno trovato posto: la riforma dell’accesso a Medicina, con l’introduzione del semestre aperto; la regolazione della didattica a distanza; il rafforzamento progressivo del Fondo di Finanziamento Ordinario, che ha raggiunto quota 9,4 miliardi”.

Il ministro ha dichiarato: “L’università non può essere un lusso”.”E noi stiamo traducendo questa frase in atti concreti, in risorse, in norme.

Perché l’università non è un lusso. È una forma di bellezza. Non quella che abbaglia, ma quella che resta. La bellezza che si manifesta nei gesti piccoli: una spiegazione paziente, un dubbio condiviso, un giovane che comincia a credere in sé. Con questo provvedimento stiamo ridando fiducia al mondo accademico, agli studenti, ai ricercatori. Stiamo dicendo che la conoscenza è un bene pubblico, un volano di sviluppo per l’intero Paese.

Insieme alla senatrice a vita Elena Cattaneo abbiamo presentato emendamenti che vanno in questa stessa direzione: rafforzare il decreto, accelerare la stabilizzazione dei precari della ricerca, valorizzare le carriere universitarie, mettere a sistema ciò che oggi è ancora troppo frammentato.

Personalmente, sono convinto che l’università non sia soltanto il luogo dove si trasmette sapere. È – o dovrebbe essere – anche il luogo dove si custodisce la speranza. Dove un ragazzo del Sud, magari il primo della sua famiglia ad aver studiato, può scoprire di avere un talento.

Dove una ricercatrice può trovare un mentore che non la lascia sola davanti alla precarietà. Dove un’idea, nata magari in un’aula semi vuota, può cambiare un intero settore produttivo o salvare una vita. L’università è un’opera collettiva. Un cantiere sempre aperto, fatto di pietre leggere: relazioni, sogni, studio, fatica. Ecco perchè servono leggi buone, certo, ma serve anche uno spirito costruttivo. Quello spirito che non alza la voce, che non cerca il titolo del giorno, ma che lavora con pazienza,  come fanno gli architetti quando disegnano scuole, come fanno gli insegnanti quando credono in uno studente fragile, come fanno i genitori quando scommettono sull’istruzione dei figli.

Per tutto questo, invito i colleghi ad approvare con convinzione questo provvedimento  e a riconoscere che, in un tempo in cui spesso la politica rincorre l’effetto e l’emergenza, qui stiamo facendo qualcosa di diverso: stiamo costruendo con pazienza, con visione, con responsabilità, con attenzione ai dettagli, rispetto per le persone e cura per il futuro. Non stiamo semplicemente approvando norme: stiamo tracciando una traiettoria, lanciando una linea che altri potranno seguire e migliorare.

Se l’università è davvero – come credo – uno dei luoghi dove un Paese sogna se stesso, allora oggi stiamo contribuendo a disegnare un’Italia più giusta, più consapevole, più capace di futuro.

Un’Italia dove la conoscenza non è privilegio, ma bene comune.

E dove ogni ragazza e ogni ragazzo, anche nei territori più fragili, possa sentirsi parte di una comunità che non solo insegna, ma accompagna.

n.l.

Pubblicato il: 25 luglio 2025 alle ore 12:24

Natale Labia

Articolo creato da

Natale Labia

Articoli Correlati