Loading...
Corsi ATA: la frequenza vale come servizio a tutti gli effetti
Formazione

Corsi ATA: la frequenza vale come servizio a tutti gli effetti

Disponibile in formato audio

Il chiarimento del Ministero sulle posizioni economiche e il riconoscimento del servizio nei corsi di formazione ATA

Corsi ATA: la frequenza vale come servizio a tutti gli effetti

Indice

  • Introduzione
  • Il nuovo chiarimento del Ministero dell'Istruzione
  • Cosa sono le posizioni economiche del personale ATA
  • Il valore della formazione: normativa di riferimento
  • FAQ Ministero: la frequenza dei corsi e il riconoscimento del servizio
  • Decreto Ministeriale 140/2024: cosa prevede
  • Il periodo di ferie: problematiche e soluzioni
  • Effetti concreti per il personale ATA
  • Implicazioni sul punteggio e sulle graduatorie
  • Il confronto con le norme precedenti
  • Le voci del sindacato e delle associazioni di categoria
  • Cosa devono fare gli ATA per ottenere il riconoscimento
  • Criticità e prospettive future
  • Conclusioni e sintesi

Introduzione

Il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) costituisce una colonna portante della scuola italiana. Negli ultimi anni, il loro ruolo è stato al centro di una serie di interventi normativi e contrattuali finalizzati a valorizzarne le competenze e le funzioni, nonché a riconoscere la centralità della formazione per l’aggiornamento e la crescita professionale.

In questo scenario, la recente pubblicazione di una FAQ da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha portato un chiarimento fondamentale: la frequenza ai *corsi di formazione* necessari per l’attribuzione delle posizioni economiche ATA viene considerata, a tutti gli effetti, come servizio prestato. Un dettaglio tutt’altro che secondario, destinato ad avere concrete implicazioni su punteggi, riconoscimenti economici, carriera e graduatorie del personale ausiliario, tecnico e amministrativo della scuola pubblica.

Il nuovo chiarimento del Ministero dell'Istruzione

Un aspetto delicato del sistema scolastico italiano riguarda la valorizzazione delle figure di supporto alla didattica e alla gestione amministrativa. Il personale ATA si trova spesso ad affrontare una pluralità di obblighi formativi legati sia all'avanzamento di carriera che al mantenimento della propria posizione.

La FAQ pubblicata dal Ministero dell'Istruzione e del Merito il 25 luglio 2025 ha risolto un dubbio ricorrente negli ambienti scolastici: la frequenza ai corsi di formazione per l’attribuzione delle posizioni economiche deve essere considerata come servizio, ai fini di tutti gli effetti previsti dalla normativa.

Più precisamente, l'amministrazione scolastica ha dato risposta positiva facendo riferimento all'articolo 11, comma 1, del Decreto Ministeriale n. 140/2024. Un riconoscimento che mette un punto fermo su una questione che, nel tempo, aveva generato discussioni e disparità di trattamento tra diversi istituti.

Cosa sono le posizioni economiche del personale ATA

Le posizioni economiche ATA rappresentano uno degli strumenti previsti dalla normativa scolastica per premiare le competenze supplementari e le responsabilità aggiuntive assunte dal personale assistente amministrativo, assistente tecnico e collaboratore scolastico. Tali posizioni vengono attribuite al personale ATA che frequenta e supera specifici corsi di formazione, caratterizzati da moduli teorici e pratici, con l’obiettivo di ampliare il bagaglio professionale del lavoratore scolastico.

Non si tratta quindi solo di un aggiornamento professionale, ma di un percorso che consente un salto di livello, anche in termini economici e di mansioni affidate. Le procedure di accesso e la regolamentazione delle posizioni sono definite da decreti ministeriali e dalla contrattazione collettiva.

Il valore della formazione: normativa di riferimento

Nel sistema educativo italiano, la formazione rappresenta un diritto-dovere per tutto il personale scolastico. A maggior ragione, per gli ATA, la formazione non solo arricchisce il curriculum e permette l’accesso a incarichi di maggiore responsabilità, ma incide direttamente anche sulla possibilità di partecipare a graduatorie e mobilità.

Il valore attribuito alla formazione è stato ribadito, nel tempo, da una lunga serie di provvedimenti, a partire dal contratto collettivo nazionale del comparto scuola, fino ai decreti ministeriali specifici. In particolare, per il personale ATA, il legame tra formazione e riconoscimento come servizio ha trovato conferma nella recente FAQ ministeriale.

È importante ricordare che il servizio prestato (in tutte le sue forme riconosciute) costituisce la base per l’attribuzione di punteggi nelle graduatorie interne, nella mobilità e nei concorsi.

FAQ Ministero: la frequenza dei corsi e il riconoscimento del servizio

La risposta fornita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alle domande delle scuole e degli operatori chiarisce, senza ambiguità, che la partecipazione ai corsi di formazione finalizzati all’attribuzione delle posizioni economiche ATA vale come "servizio a tutti gli effetti". Ne deriva che il periodo trascorso in formazione, anche se realizzato nel periodo di ferie, deve essere computato come servizio prestato.

La posizione ministeriale si inserisce in una linea di continuità con le disposizioni più moderne in materia di aggiornamento e valorizzazione professionale. In questo modo, le giornate di frequenza ai corsi vengono considerate equivalenti alle giornate lavorative svolte a scuola, con tutti i diritti e i doveri annessi.

Decreto Ministeriale 140/2024: cosa prevede

L’appiglio normativo indicato dal Ministero è rappresentato dall’articolo 11, comma 1, del DM 140/2024, che precisa: “La frequenza dei corsi di formazione per l’attribuzione delle posizioni economiche da parte del personale ATA è riconosciuta come servizio effettivo a tutti gli effetti di legge”. Si tratta di un passaggio essenziale, che pone il personale ATA nelle medesime condizioni di altri colleghi della pubblica amministrazione italiana, dove la formazione è parte integrante del servizio reso.

Questa disposizione ha il pregio di colmare una lacuna interpretativa che rischiava di generare sperequazioni, soprattutto negli istituti dove la partecipazione ai corsi veniva determinata dalla possibilità di fruire delle ferie o da scelte organizzative autonome.

Il periodo di ferie: problematiche e soluzioni

Uno degli elementi più discussi riguarda il fatto che i corsi di formazione ATA si svolgono spesso durante il periodo di ferie estive. Questo perché quei mesi sono considerati "morti" dal punto di vista delle attività didattiche e organizzative. Tuttavia, per il personale coinvolto, la partecipazione ai corsi durante le ferie può apparire come una penalizzazione, soprattutto se il tempo dedicato non veniva pienamente riconosciuto.

La FAQ ministeriale e il DM 140/2024 sciolgono ogni dubbio: anche le giornate di corso in periodo di ferie contano come servizio. Questa novità tutela i lavoratori, evita disparità e assicura che l’impegno nella formazione sia sempre valorizzato.

Naturalmente, le modalità di organizzazione dei corsi e la convocazione del personale nel corso delle ferie continueranno ad essere tema di confronto tra amministrazioni e rappresentanze sindacali, soprattutto per quanto riguarda la tutela del diritto alle ferie e il rispetto dell’equilibrio vita-lavoro.

Effetti concreti per il personale ATA

La decisione del Ministero ha una serie di implicazioni pratiche per il personale ATA. Innanzitutto, ogni giornata di formazione sarà calcolata come giorni di servizio prestato agli effetti dell’anzianità, del punteggio per le graduatorie interne e per i trasferimenti, e per l’attribuzione dei crediti di servizio.

Ciò significa che chi si impegna nella formazione per personale ATA non subirà penalizzazioni nella carriera o nello sviluppo professionale, anche nel caso in cui i corsi siano fruiti al di fuori dell’orario di servizio ordinario o durante la pausa estiva.

Questo principio rafforza l'idea che la formazione continua sia un asset irrinunciabile, e garantisce una piena parità di trattamento tra chi lavora in servizio regolare e chi si aggiorna e si qualifica professionalmente.

Implicazioni sul punteggio e sulle graduatorie

Il *riconoscimento del periodo di formazione come servizio* avrà effetti diretti sulle graduatorie, sia interne che provinciali/di istituto. Poiché il servizio svolto incide sul punteggio, molti lavoratori ATA potranno vedere riconosciuti immediatamente giorni o settimane aggiuntivi, utili per scalare posizioni nelle graduatorie per l’assegnazione delle sedi, la mobilità o le progressioni di ruolo.

Lo stesso criterio si applica anche per chi sta accumulando crediti servizio ATA per poter accedere ai concorsi riservati o ottenere posizioni di responsabilità. In sintesi, la decisione del Ministero rappresenta un valore aggiunto per la carriera di chi investe nella propria formazione.

Il confronto con le norme precedenti

Prima dell’intervento chiarificatore del Ministero e della pubblicazione del DM 140/2024, il quadro normativo appariva meno chiaro. Non erano rari i casi in cui singole scuole, o addirittura interi Uffici scolastici regionali, interpretassero diversamente la partecipazione ai corsi di formazione in calce a ferie e giorni lavorativi.

Vi sono stati casi in cui il personale ATA, pur partecipando a corsi di formazione ATA obbligatori o fortemente incentivati, vedeva dimezzati i propri giorni di ferie o non si vedeva riconosciuto il periodo trascorso in formazione come servizio utile. Questa situazione ha alimentato, nel tempo, contenziosi e richieste di chiarimento da parte dei sindacati.

Con il DM 140/2024 e la relativa FAQ, il Ministero ha affermato un principio chiaro, omogeneo su tutto il territorio nazionale, valido erga omnes.

Le voci del sindacato e delle associazioni di categoria

Come spesso accade in ambito scolastico, la regolamentazione della formazione e del riconoscimento dei servizi ha visto un fitto confronto tra amministrazione e organizzazioni sindacali rappresentative del personale ATA.

Le principali sigle sindacali (come FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS) da tempo chiedevano una pianificazione più trasparente sulla formazione ATA, e in particolare la piena valorizzazione del tempo speso in aggiornamento professionale. La posizione ministeriale ha trovato, in generale, il plauso delle parti sociali, che la considerano un passo avanti per la dignità contrattuale degli ATA.

Le associazioni di categoria hanno inoltre sottolineato l'importanza di programmare i corsi anche fuori dai periodi di ferie, per rendere sempre più conciliabili professionalità e qualità della vita lavorativa e familiare del personale coinvolto.

Cosa devono fare gli ATA per ottenere il riconoscimento

Per ottenere il riconoscimento formale dei giorni di corso come servizio ATA, è necessario che le scuole e le segreterie amministrative trattengano tutta la documentazione relativa agli attestati rilasciati in seguito alla frequenza dei corsi. Gli ATA dovranno segnalare nelle schede personali la partecipazione effettiva e produrre gli attestati richiesti.

Importante è che la partecipazione ai corsi di formazione per le posizioni economiche ATA sia inserita nei documenti valutativi, nei fascicoli personali e nei sistemi informatizzati del Ministero dedicati ai crediti e ai servizi. In caso di dubbi o contestazioni, è consigliato rivolgersi alle rappresentanze sindacali o agli uffici amministrativi scolastici.

Criticità e prospettive future

Nonostante il passo avanti compiuto, permangono alcune criticità segnalate dagli operatori: la programmazione dei corsi in coincidenza con i periodi di ferie, la necessità di una maggiore trasparenza nei criteri di selezione del personale da avviare alla formazione, e il rischio che l’effettivo riconoscimento del servizio venga talvolta ostacolato da pratiche amministrative difformi.

Nel futuro prossimo, è auspicabile che il Ministero promuova una ulteriore omogeneizzazione delle procedure e favorisca la programmazione dei corsi anche in altri periodi dell’anno, così da non comprimere il diritto al riposo e garantire a tutti gli ATA pari opportunità formative.

Conclusioni e sintesi

La decisione del Ministero dell’Istruzione e del Merito di riconoscere la frequenza ai corsi di formazione per le posizioni economiche ATA come servizio a tutti gli effetti rappresenta un passo fondamentale nella valorizzazione del personale ATA. L’esplicito riferimento all’articolo 11 del Decreto Ministeriale 140/2024 e la pubblicazione di una FAQ dedicata offrono punti di riferimento certi a dirigenti scolastici, amministrativi e lavoratori.

Questo indirizzo categorico permette di premiare chi investe tempo e risorse nell’aggiornamento e nell’acquisizione di nuove professionalità, risolvendo ambiguità del passato e promuovendo una scuola più moderna, equa e orientata alla qualità del servizio pubblico.

La piena equiparazione del tempo dedicato alla formazione ai giorni di servizio, anche quando i corsi si svolgono durante i periodi di chiusura delle scuole, rappresenta un riconoscimento tangibile dell’importanza strategica della crescita professionale continua nel comparto scolastico italiano.

L’auspicio è che questa apertura sia solo l’inizio di una stagione di maggiore centralità e considerazione per il personale ATA, nell’interesse di una scuola sempre più inclusiva e di qualità.

Pubblicato il: 25 luglio 2025 alle ore 17:30

Redazione EduNews24

Articolo creato da

Redazione EduNews24

Articoli Correlati