Il noto cantautore e rapper Marracash, nome d’arte di Fabio Bartolo Rizzo, non riceverà la laurea honoris causa all’Università di Messina. La decisione è stata approvata all’unanimità dal Consiglio del Corso di Studi a novembre 2024, scatenando polemiche e dibattiti su temi di attualità e rappresentazione nella musica contemporanea.
La votazione ha registrato un ampio consenso, con 39 voti favorevoli, 28 contrari e 17 astenuti, riflettendo le diverse opinioni tra i membri del corpo docente riguardo alla figura di Marracash e ai suoi testi. Nonostante il supporto di una parte significativa dei membri del Consiglio, il professor Fabio Rossi ha ritirato l’iniziativa dopo il voto, alimentando ulteriormente il dibattito su come la musica e l'arte possano influenzare la società e promuovere o sminuire valori fondamentali come il rispetto e l’uguaglianza.
La decisione di negare la laurea honoris causa è scaturita, in particolare, dalle critiche sollevate da alcuni docenti sui contenuti ritenuti sessisti dell'opera di Marracash. Questi docenti hanno sottolineato il rischio di promuovere una cultura che potrebbe giustificare o banalizzare il sessismo attraverso l'arte, rendendo necessaria una riflessione profonda su quali valori e messaggi siano da attribuire a figure di riferimento nel panorama musicale.
Marracash, nato a Milano nel 1979, ha saputo farsi strada nel mondo della musica italiana con uno stile unico e un’abilità narrativa che racconta le complessità della vita urbana, ma il suo lavoro non è mai stato esente da critiche. Questo evento rappresenta quindi un momento significativo di confronto tra l'arte e le norme etiche della società.
L’Università di Messina ha dimostrato con questa decisione un’attenzione particolare agli effetti che le parole e le azioni delle figure pubbliche possono avere sul pubblico, soprattutto sui più giovani. Mentre vi è chi sostiene la libertà artistica e l'importanza di esprimere ogni forma di arte, ci sono anche coloro che ritengono sia necessario porre un limite quando il linguaggio utilizzato contribuisce a mantenere stereotipi dannosi. La questione è dunque complessa e multilaterale, ed è destinata a stimolare ulteriori discussioni sul ruolo che la musica, in particolare, e l'arte in genere, devono rivestire nella società moderna.