Verso lo psicologo scolastico obbligatorio in Italia
Indice dei Contenuti
- Introduzione: Un passo deciso verso il benessere nelle scuole
- La genesi del disegno di legge sullo psicologo scolastico
- Il valore della prevenzione del disagio giovanile a scuola
- Chi sono i promotori dell’iniziativa?
- Il ruolo dello psicologo scolastico: tra prevenzione e supporto
- Il contesto europeo e internazionale: come si posiziona l’Italia
- Le principali criticità e i dibattiti aperti
- L’opinione degli esperti: la voce di Maria Antonietta Gulino
- La risposta degli studenti, dei docenti e delle famiglie
- Il futuro del disegno di legge e il panorama politico
- Sintesi e prospettive: quale scuola per il benessere psicologico?
Introduzione: Un passo deciso verso il benessere nelle scuole
Il 16 luglio 2025 potrebbe passare alla storia come una data fondamentale per il sistema di istruzione italiano. Proprio in questa giornata, infatti, è stato depositato al Senato un disegno di legge che mira a introdurre in modo strutturato e permanente la figura dello psicologo scolastico nelle scuole di tutto il paese. L’iniziativa, sostenuta attivamente dal Senatore Mario Occhiuto e da Forza Italia, si pone un obiettivo ambizioso ma ormai imprescindibile: riconoscere il benessere psicologico degli studenti come diritto essenziale e pilastro del percorso di formazione.
Negli ultimi anni, la scuola italiana è stata chiamata ad affrontare nuove e pressanti sfide. L’emergenza pandemica ha acuito condizioni di disagio giovanile, ansia, isolamento e difficoltà relazionali. Dall’altra parte, la crescente consapevolezza diffuse tra operatori scolastici, famiglie e istituzioni ha reso evidente il bisogno di un’azione concreta e organica, oltre le sperimentazioni a macchia di leopardo finora attuate. La proposta di legge in discussione in Senato risponde proprio a queste esigenze, inserendo nel tessuto normativo una figura chiave: lo psicologo scolastico.
La genesi del disegno di legge sullo psicologo scolastico
La proposta per l’introduzione dello psicologo nelle scuole italiane è frutto di un lavoro di confronto e dialogo tra forze politiche, l’amministrazione scolastica e le rappresentanze professionali. Il senatore Mario Occhiuto, promotore diretto del disegno di legge, si è avvalso della collaborazione del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Maturato nell’alveo delle preoccupazioni della società civile e dei dati allarmanti sul benessere mentale dei più giovani, il disegno di legge depositato rappresenta un passo deciso rispetto a quanto visto finora. Nel testo depositato a Palazzo Madama si legge chiaramente: l’obiettivo primario è “prevenire il disagio prima che si aggravi”, a partire da un intervento precoce, a stretto contatto con docenti, studenti e famiglie. A differenza di molte iniziative precedenti, più saltuarie e sperimentali, il ddl aspira a rendere obbligatoria e sistematica la presenza dello psicologo scolastico.
Il valore della prevenzione del disagio giovanile a scuola
Uno degli assunti cardine che sostengono questa proposta riguarda proprio la prevenzione. Gli ultimi report del Ministero della Salute e di enti indipendenti mostrano come il disagio giovanile sia in aumento: ansia, disturbi dell’umore, ritiro sociale, autolesionismo, fino alle dipendenze. Sono fenomeni trasversali che investono sia le scuole delle grandi città che quelle delle aree interne, accomunando nord e sud del paese.
La scuola, in quanto luogo di formazione e socialità, gioca un ruolo cruciale nell’intercettare i segnali di disagio. È qui che spesso emergono le prime avvisaglie di malessere emotivo e relazionale, che rischiano di peggiorare in assenza di ascolto e di interventi qualificati. Il disegno di legge psicologo scuola si basa sull’idea che individuare precocemente le fragilità, coinvolgere i docenti come “antenne” sensibili e offrire uno spazio protetto agli studenti possa evitare derive più gravi e dannose.
Questa impostazione previene la medicalizzazione eccessiva del disagio, promuovendo invece un approccio relazionale, educativo e di empowerment che valorizza le risorse dei giovani. La presenza dello psicologo diventa così una risorsa non solo per i singoli casi problematici, ma per l’intero contesto educativo.
Chi sono i promotori dell’iniziativa?
Al centro di questa svolta normativa c’è il senatore Mario Occhiuto, rappresentante di Forza Italia, da anni impegnato sui temi della salute e della prevenzione. Con lui, un fronte trasversale di sostenitori che comprende non solo l’area politica di appartenenza, ma anche rappresentanze del terzo settore, ordini professionali, mondo accademico e reti di genitori.
Non meno importante – e anzi cruciale per dare peso e legittimità tecnico-scientifica alla proposta – è stato il contributo del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. La presidente Maria Antonietta Gulino si è espressa più volte sull’argomento, dichiarando esplicitamente quanto “lo psicologo scolastico sia fondamentale per il benessere psicologico degli studenti”. La sua posizione riflette la consapevolezza maturata dagli specialisti del settore circa la necessità di un intervento di sistema, andato ben oltre la logica dei progetti sporadici.
Il confronto tra istituzioni politiche e professionali – tra cui anche il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – ha contribuito a elaborare una proposta equilibrata, sostenibile e coerente con le esigenze delle scuole italiane.
Il ruolo dello psicologo scolastico: tra prevenzione e supporto
Cosa cambierà concretamente con l’approvazione di questo ddl? Innanzitutto, la presenza dello psicologo scolastico sarà assicurata in tutte le scuole statali, con possibilità di estensione anche agli istituti paritari. Lo psicologo non sarà un “medico di emergenza” chiamato solo in caso di traumi o episodi gravi, ma realizzerà un lavoro continuativo di ascolto, osservazione e supporto.
Tra i suoi compiti principali rientreranno:
- Promuovere programmi di prevenzione del disagio e dell’abbandono scolastico.
- Fornire ascolto e sostegno a studenti, docenti e famiglie.
- Partecipare alla formazione degli educatori sull’intercettazione dei segnali di disagio.
- Collaborare nella gestione di crisi collettive o eventi traumatici.
L’inserimento stabile della figura dello psicologo nelle scuole italiane non implica la patologizzazione degli studenti, ma punta a creare un ambiente scolastico più inclusivo, accogliente e attento all’individualità di ciascuno.
Il contesto europeo e internazionale: come si posiziona l’Italia
Se si confronta il sistema italiano con quello di altri paesi europei, emerge come il supporto psicologico nelle scuole sia già realtà consolidata in molte nazioni. In Francia, Germania, Spagna e nei paesi nordici, la figura dello psicologo scolastico è parte integrante dell’organico delle scuole. Questi Stati mostrano risultati positivi sia in termini di prevenzione del disagio, sia di miglioramento dei risultati scolastici e di abbattimento dell’abbandono.
L’Italia, fino ad oggi, si è distinta per sperimentazioni locali o progetti ministeriali temporanei – spesso limitati dalla mancanza di fondi stabili e da una cultura ancora parzialmente refrattaria al tema della salute mentale. L’inserimento dello psicologo scolastico, come previsto dal disegno di legge psicologo scuola presentato in Senato, colmerebbe quindi un grave gap strutturale, rendendo il nostro sistema educativo più allineato agli standard europei.
Le principali criticità e i dibattiti aperti
Naturalmente, ogni innovazione introduce interrogativi e resistenze. Tra le principali criticità sollevate rispetto al ddl ci sono:
- Il reperimento delle risorse economiche necessarie ad assumere psicologi scolastici qualificati per ogni istituto.
- La definizione chiara dei ruoli e delle mansioni, per evitare sovrapposizioni con i docenti o altri professionisti scolastici.
- Il rischio di una eccessiva burocratizzazione dei servizi.
Alcuni sindacati hanno già chiesto garanzie che il supporto psicologico non venga affidato a personale precario o non adeguatamente formato. Anche alcune associazioni di genitori hanno espresso dubbi sulle modalità di accesso al servizio da parte degli studenti e sulla tutela della privacy dei minori.
Ciò nonostante, la sensazione prevalente è quella di una necessità ineludibile, a fronte di numeri e testimonianze che raccontano una scuola spesso ancora sola nell’affrontare i disagi dei giovani.
L’opinione degli esperti: la voce di Maria Antonietta Gulino
La presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi, Maria Antonietta Gulino, è tra le promotrici più convinte di questa svolta. “Lo psicologo scolastico è fondamentale per il benessere psicologico degli studenti”, ha dichiarato in più occasioni. Gulino sottolinea come la professionalità dello psicologo rappresenti una garanzia di qualità nel riconoscimento e nell’intervento precoce, non solo dei disturbi conclamati, ma anche delle fragilità relazionali e delle difficoltà scolastiche più sottili.
Secondo Gulino, una rete capillare di psicologi nelle scuole italiane consentirà una presa in carico tempestiva dei bisogni, soprattutto nelle fasi di transizione (ingresso alle superiori, passaggi di ciclo, crisi adolescenziali). La presenza dello specialista, inoltre, rafforza il dialogo educativo tra scuola e famiglie, ponendosi come mediatore efficace nei conflitti e promotore di una cultura dell’ascolto attivo, prevenendo fenomeni di bullismo, esclusione, insuccesso scolastico.
La risposta degli studenti, dei docenti e delle famiglie
La prospettiva dell’arrivo di uno psicologo nelle scuole italiane viene accolta con favore da una larga fetta della popolazione scolastica. Gli studenti, in particolare, vedono nello psicologo una figura a cui rivolgersi in caso di difficoltà senza temere giudizi, mentre i docenti colgono nel nuovo servizio una preziosa occasione di supporto nel loro delicato compito quotidiano.
Anche le famiglie esprimono un cauto ottimismo: in un mondo in cui il benessere psicologico è spesso sottovalutato rispetto a quello fisico, avere un punto di riferimento specialistico direttamente in istituto rappresenta una novità fortemente desiderata. Alcune preoccupazioni permangono sia sulla reale efficacia delle misure sia sulla capacità di gestire la domanda, ma l’orientamento generale sembra quello di un progresso sostanziale verso una scuola più moderna e inclusiva.
Il futuro del disegno di legge e il panorama politico
Il cammino parlamentare del disegno di legge psicologo scuola sarà naturalmente oggetto di discussione, emendamenti e possibili aggiustamenti. Tuttavia, la convergenza di obiettivi politici e tecnico-scientifici fa ben sperare in una rapida approvazione, anche alla luce delle recenti emergenze socio-educative che hanno mostrato i limiti dell’attuale sistema di supporto.
Forza Italia e altre forze della maggioranza hanno già espresso convinto sostegno. L’auspicio è che l’inserimento sistematico dello psicologo scolastico non rimanga lettera morta, ma si traduca in misure concrete, dotate di fondi appropriati, criteri di selezione rigorosi e una formazione specifica per gli operatori.
Sintesi e prospettive: quale scuola per il benessere psicologico?
L’approvazione di questo disegno di legge per lo psicologo scolastico potrebbe rappresentare una svolta epocale per l’istruzione italiana. Rafforzando la prevenzione del disagio giovanile e ponendo al centro il benessere psicologico degli studenti, la scuola si trasformerebbe in un presidio attivo, capace di promuovere salute e crescita integrale.
Le sfide non sono poche: andranno sostenute con risorse, formazione continua e una cultura del lavoro d’equipe tra docenti, psicologi e famiglie. Ma il segnale che arriva dal Senato è chiaro: il tempo delle soluzioni occasionali è finito. Il benessere psicologico degli studenti è un diritto, e la scuola italiana è chiamata a garantirlo, preparandosi a una nuova stagione educativa in cui prevenzione, ascolto e attenzione alla persona siano i veri pilastri dell’istruzione.