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Tra Desiderio e Verità: Il Ruolo Innovativo del Maestro secondo Recalcati nella Scuola di Oggi
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Tra Desiderio e Verità: Il Ruolo Innovativo del Maestro secondo Recalcati nella Scuola di Oggi

Come ripensare l’insegnamento tra narcisismo diffuso, mancanza costruttiva e il bisogno di maestri autentici

Tra Desiderio e Verità: Il Ruolo Innovativo del Maestro secondo Recalcati nella Scuola di Oggi

Indice

  1. Introduzione: Il contesto della scuola tra narcisismo e crisi educativa
  2. Il pensiero di Massimo Recalcati: Desiderio, mancanza e ruolo del maestro
  3. Dalla pulsione al desiderio: L’importanza del limite educativo
  4. La genuflessione degli adulti ai capricci dei bambini: Effetti e rischi
  5. Il principio di realtà: Una bussola smarrita nella scuola contemporanea
  6. La domanda del desiderio: Centralità della mancanza nella formazione
  7. Maestri al servizio della verità: Una nuova chiamata all’autenticità educativa
  8. Educazione e narcisismo: Diagnosi e prospettive per la crescita
  9. Formazione dei docenti: Verso una scuola che ascolta e guida davvero
  10. Conclusioni: Senso e responsabilità del mestiere di maestro oggi

Introduzione: Il contesto della scuola tra narcisismo e crisi educativa

Negli ultimi decenni la scuola italiana, e occidentale in generale, si trova a fronteggiare una crisi profonda che si manifesta in molteplici forme: calo motivazionale degli studenti, difficoltà relazionali tra adulti e ragazzi, perdita di centralità della figura del docente. In questo panorama, Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista, offre spunti di riflessione inediti sulla funzione della scuola e, in particolare, sul ruolo del maestro come figura fondamentale nella costruzione del desiderio e nell’offerta di un principio di realtà, spesso negato o distorto dall’imperante narcisismo sociale.

La modernità sembra aver messo in soffitta il principio della gradualità, dell’impegno e della cura per sostituirli con la logica dell’immediatezza. Bambini e ragazzi crescono spesso abituati a ottenere tutto e subito; gli adulti, invece, appaiono troppo spesso pronti ad assecondare ogni loro richiesta, confondendo il desiderio autentico con la soddisfazione immediata di una pulsione. In questo scenario, la riflessione proposta da Recalcati sulla scuola appare quanto mai attuale e necessaria.

Il pensiero di Massimo Recalcati: Desiderio, mancanza e ruolo del maestro

Per Recalcati la scuola dovrebbe essere il luogo in cui il desiderio prende forma attraverso la mancanza. Lungi dall’essere un limite meramente negativo o un difetto da colmare, la mancanza rappresenta invece la condizione fondamentale che anima e orienta il desiderare umano. In questo quadro, il maestro non è soltanto un trasmettitore di saperi, ma una figura capace di illuminare il cammino degli studenti, come afferma lo stesso Recalcati.

La relazione educativa autentica, secondo lo psicoanalista, non punta semplicemente alla trasmissione di conoscenze, ma si pone il compito molto più complesso di lavorare sulla costituzione stessa del soggetto desiderante. Il maestro, quindi, è chiamato a “raccogliere la domanda del desiderio” che abita ogni studente, riconoscendola come motore del processo di apprendimento e crescita.

Recalcati sottolinea come il vero maestro sia al servizio della verità, non della propria vanità o della ricerca di consenso. Questa verità – spesso scomoda – riguarda prima di tutto la strutturale imperfezione dell’essere umano. È proprio nella mancanza, nel sentirsi incompleti, che uomini e donne sviluppano la scintilla del desiderio e l’energia per cercare, scoprire, imparare.

Dalla pulsione al desiderio: L’importanza del limite educativo

Uno dei rischi più grandi individuati da Recalcati nell’educazione contemporanea è la confusione tra desiderio e pulsione. Se la pulsione vive di immediatezza e punta a una soddisfazione veloce, il desiderio è invece una tensione che nasce dalla presenza di un limite e di una mancanza. Il compito del maestro, pertanto, non deve essere quello di esaudire ogni richiesta dell’alunno sulla scia dell’immediatezza, ma di accompagnare alla scoperta di un desiderio più autentico e profondo.

Il lavoro educativo autentico, sostiene Recalcati, non può consistere nell’acquietare la pulsione, bensì nel fare spazio alla domanda, al senso, alla scoperta personale. Per questo, la mancanza non va vissuta come uno “scandalo educativo”, ma come una risorsa su cui costruire la persona.

I rischi della didattica dell’immediatezza

La scuola che si affida esclusivamente alle scorciatoie del successo facile, dei voti regalati o delle gratificazioni costanti, tradisce la propria missione di luogo della formazione. Una didattica fondata sulla soppressione della fatica e della tolleranza al differimento della gratificazione, come spiega Recalcati, impedisce all’alunno di confrontarsi con il sacrificio, la perseveranza e, soprattutto, il senso stesso del proprio agire scolastico.

La genuflessione degli adulti ai capricci dei bambini: Effetti e rischi

Un aspetto cruciale della riflessione recalcattiana riguarda la deriva narcisista che porta gli adulti a piegarsi sistematicamente ai capricci e ai desideri estemporanei dei bambini e degli adolescenti. In questo atteggiamento – che spesso si riverbera anche nella scuola, con docenti e dirigenti sovraprotettivi e incapaci di porre limiti – si trova una delle radici della crisi dell’autorità e del principio di realtà.

Conseguenze sullo sviluppo psico-emotivo

Assecondare ogni fragilità, ogni insoddisfazione e ogni bisogno di conferma costante, invece di sostenere il bambino nell’incontro con la frustrazione e il limite, rischia di produrre adolescenti incapaci di tollerare la mancanza e quindi impossibilitati a entrare davvero nella logica del desiderio. Così facendo, la scuola può perdere la sua funzione maieutica: trasformarsi da luogo della crescita e della sfida in spazio dove tutto è concesso e nulla è veramente desiderato.

Il principio di realtà: Una bussola smarrita nella scuola contemporanea

Il principio di realtà, elemento cardine della lezione recalcattiana sull’educazione, appare oggi spesso dimenticato. Ma cosa si intende esattamente? Si tratta della capacità, per il soggetto, di accettare che non tutto è possibile, che la realtà oppone resistenze e che esistono limiti insormontabili. La scuola dovrebbe essere il luogo in cui questo principio viene accolto e trasmesso con cura e attenzione.

La scuola come presidio di realtà non significa alimentare il senso di impotenza, ma fornire ai giovani gli strumenti per accogliere la fatica, la delusione, la frustrazione come parte costitutiva dell’esistenza. È solo attraverso questa elaborazione che possono nascere resilienza, responsabilità e desiderio autentico.

La domanda del desiderio: Centralità della mancanza nella formazione

Secondo Recalcati, la domanda di desiderio che abita ogni essere umano è il vero motore educativo.

Ma perché la mancanza è così centrale? La mancanza rappresenta la spinta verso l’altro, il diverso da sé, la conoscenza che ancora non si possiede. Solo quando si sperimenta la scoperta del non-sapere, la scuola può davvero suscitare il desiderio di apprendere. Ecco perché i “maestri” sono figure insostituibili: sono coloro che aiutano a dare un senso alla mancanza, orientandola al futuro invece di tentare di colmarla subito.

Educare al desiderio e non alla saturazione

Uno dei grandi equivoci della contemporaneità è la convinzione che la felicità dei bambini consista nel saturare ogni loro mancanza. In realtà ciò che rende vitale l’esperienza scolastica è proprio la tensione creativa tra ciò che si possiede e ciò che manca. La scuola deve essere palestra di domande, non supermercato di risposte pronte.

Maestri al servizio della verità: Una nuova chiamata all’autenticità educativa

Nel contesto attuale, in cui il ruolo dell’insegnante viene messo frequentemente in discussione, Recalcati richiama la necessità di recuperare la funzione testimoniale del maestro: colui che vive nel servizio della verità, cioè della propria autenticità, del proprio limite e del proprio desiderio di crescita. In questa prospettiva, il maestro non deve piacere a tutti, ma essere credibile, cioè capace di proporre con la propria stessa vita un esempio di passione per il sapere e di amore per la fatica che comporta ogni vera ricerca.

Essere maestri oggi significa assumersi la responsabilità di non offrire scorciatoie, ma di sostenere gli studenti nell’incontro con la realtà e con la loro stessa imperfezione.

Educazione e narcisismo: Diagnosi e prospettive per la crescita

Il tema del narcisismo nell’educazione tocca direttamente la società contemporanea, sempre più orientata alla gratificazione immediata e alla valorizzazione dell’io a scapito del senso del limite. Secondo Recalcati, la deriva narcisista produce adulti indeboliti sul piano dell’autorità educativa e giovani incapaci di sviluppare un desiderio vero, perché sempre alla ricerca di conferme esterne e consumatori insaziabili di novità.

Strategie per una scuola “anti-narcisista”

Una scuola che voglia davvero arginare il narcisismo deve:

  • Rimettere al centro il valore dell’attesa e della fatica.
  • Promuovere il confronto e il dialogo tra pari e con gli adulti.
  • Educare all’ascolto della mancanza e non alla sua immediata saturazione.
  • Sostenere il principio di realtà come bussola educativa.
  • Offrire figure di maestri credibili e appassionati.

Formazione dei docenti: Verso una scuola che ascolta e guida davvero

Per rispondere alla sfida posta da Recalcati, uno dei nodi più rilevanti è la formazione degli insegnanti scuola. Non basta aggiornarsi sul piano metodologico o disciplinare: occorre una formazione che aiuti i docenti a riflettere su che cosa significa educare al desiderio, sulla gestione del limite e sulla propria funzione testimoniale.

Proposte operative per la formazione dei maestri

  1. Rafforzare i percorsi di auto-consapevolezza e di crescita personale.
  2. Inserire moduli sul desiderio e sulla psicologia della mancanza nei corsi di formazione.
  3. Promuovere la supervisione pedagogica come strumento di prevenzione del burn-out.
  4. Valorizzare la dimensione comunitaria e l’apprendimento tra pari anche per gli adulti.
  5. Sperimentare pratiche didattiche che mettano al centro la domanda, non solo la risposta.

Una formazione così concepita consentirebbe ai docenti di non cedere più ai capricci degli studenti, ma di diventare accompagnatori verso la scoperta del proprio desiderio e della propria verità.

Conclusioni: Senso e responsabilità del mestiere di maestro oggi

La scuola italiana ha bisogno, oggi più che mai, di maestri capaci di raccogliere la domanda viva di significato, di desiderio e di autenticità che anima i giovani. Il rischio del narcisismo diffuso è quello di produrre generazioni incapaci di affrontare il limite e la realtà, e quindi di trovare vera soddisfazione e senso nel proprio cammino.

In questa prospettiva, la riflessione di Massimo Recalcati appare un faro potente: recuperare la mancanza come motore del desiderio, superare la didattica dell’immediato, educare alla fatica e al senso del limite. Soltanto così la scuola potrà tornare ad essere maestra di vita e non semplice distributrice di nozioni.

Restituire dignità e centralità alla figura del maestro diviene allora la sfida più urgente: non per il prestigio personale, ma per l’autentico servizio reso alla verità, alla crescita degli studenti e, in definitiva, alla società nel suo complesso. Solo attraverso maestri veri sarà possibile allontanare il miraggio della “saturazione” e restituire all’educazione la sua funzione originaria: rendere possibile il desiderio, accogliere la mancanza e orientare ciascuno verso la propria personale ricerca di senso.

Pubblicato il: 4 novembre 2025 alle ore 09:19

Redazione EduNews24

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