Sostegno senza futuro: la protesta silenziosa dei docenti TFA a Torino
Indice degli argomenti
- Introduzione: uno scenario paradossale
- Il percorso del TFA sostegno: caratteristiche e difficoltà
- Torino e il TFA: formazione d’eccellenza ma nessuna immissione in ruolo
- I dati sulle cattedre disponibili a Torino: luci e (tante) ombre
- Le storie dei docenti: la voce del precariato
- Conseguenze sul sistema scolastico e sugli studenti
- Analisi delle cause: tra numeri chiusi, concorsi e carenze strutturali
- Il mancato riconoscimento del merito
- Prospettive e possibili soluzioni
- Conclusioni: cosa resta da fare
Introduzione: uno scenario paradossale
In un paese che si definisce attento all’inclusione e che, sulla carta, investe nella formazione docenti, la realtà può assumere contorni quasi surreali. A Torino, come in altre province italiane, centinaia di docenti specializzati che hanno concluso un percorso universitario di eccellenza – il TFA sostegno – scoprono di non avere davanti nessun posto stabile, nessuna cattedra di ruolo da occupare. Continuano a ricevere proposte di supplenze brevi o spezzoni orari, vivendo una condizione di precarietà che mina le basi di una scuola realmente inclusiva. Si tratta di un problema strutturale che, nonostante le parole d’ordine e gli investimenti in formazione, non sembra trovare soluzione.
Il percorso del TFA sostegno: caratteristiche e difficoltà
Per comprendere appieno la situazione torinese, è necessario soffermarsi sulla formazione TFA sostegno italiano. Il Tirocinio Formativo Attivo è un percorso universitario a numero chiuso, regolato da test d’ingresso nazionali estremamente selettivi. Solo chi supera questi test può accedere al corso, che prevede:
- Lezioni obbligatorie in presenza
- Un tirocinio diretto e indiretto nelle scuole, sotto la supervisione di docenti tutor
- Esami scritti, orali e la stesura di un elaborato finale
- Un iter formativo che dura almeno un anno accademico, a cui seguono spesso ulteriori aggiornamenti professionali
Il carico richiesto – in termini di tempo, energie economiche, fatica – è spesso molto elevato. Tuttavia, proprio questa selettività dovrebbe garantire la creazione di una classe docente altamente specializzata, a beneficio del sistema di scuola inclusiva Torino.
Torino e il TFA: formazione d’eccellenza ma nessuna immissione in ruolo
A Torino, il percorso TFA rappresenta da anni un modello d’avanguardia per la formazione docenti sostegno. In particolare, gli atenei cittadini (Università degli Studi di Torino e Politecnico) propongono percorsi rigorosi, in linea con i migliori standard europei. Eppure, una volta ottenuta la specializzazione, in molti si vedono costretti ad accettare solo incarichi temporanei, frazionati su più scuole o classi: le immissioni in ruolo docenti sostegno si fanno attendere, spesso senza spiegazioni razionali.
Lo scenario paradossale si ripete ogni settembre: mentre decine di docenti TFA sostegno Torino sono disponibili e motivati, le scuole comunicano l’assenza di cattedre stabili, preferendo chiamate rapide per coprire le emergenze o supplenze annuali (le cosiddette "MAD" – Messa a disposizione). Questo fenomeno alimenta il precariato docenti sostegno, già cronico a livello nazionale.
I dati sulle cattedre disponibili a Torino: luci e (tante) ombre
Analizzando i dati ufficiali del Ministero dell’Istruzione e delle diverse realtà sindacali, emergono dinamiche preoccupanti. A Torino, nel 2024, a fronte di oltre 350 docenti specializzati TFA pronti ad entrare a pieno titolo nella scuola, si sono resi disponibili meno di 40 posti a tempo indeterminato per il sostegno negli istituti comprensivi. Le cattedre disponibili sostegno Torino risultano così drammaticamente inferiori rispetto alla domanda interna.
Fra le cause più significative:
- Il posto di sostegno viene spesso considerato “in deroga”, vincolato a decisioni annuali e non strutturali
- Le politiche di immissione in ruolo procedono a rilento, a causa di vincoli amministrativi e bilanciari
- L’assenza di una reale pianificazione a lungo termine sul fabbisogno di personale specializzato
Secondo dati sindacali (CISL Scuola, FLC CGIL Torino), risultano tuttora non stabilizzati oltre il 60% dei docenti che hanno portato a termine la formazione TFA sostegno italiano negli ultimi cinque anni.
Le storie dei docenti: la voce del precariato
“La mia seconda laurea l’ho presa lavorando di notte. Ho superato il TFA sostenendo prove su centinaia di candidati. Ora, dopo tre anni di supplenze, ancora una volta mi offrono solo uno spezzone orario.” Questa è la storia, purtroppo comune, di Marta (nome di fantasia), 31 anni, docente TFA sostegno Torino.
Testimonianze raccolte nei principali gruppi di categoria denunciano:
- Immissioni in ruolo totalmente inadeguate rispetto al numero di specializzati presenti in graduatoria
- Necessità di accettare più incarichi part-time (a scapito della qualità didattica)
- Spostamenti continui fra comuni e province, anche a decine di chilometri di distanza
- Instabilità psicologica e personale legata alla mancata prospettiva lavorativa
Molti di questi insegnanti restano “prigionieri” di una mobilità forzata: “Mi chiedono di essere sempre presente, aggiornato, di collaborare a progetti per l’inclusione – racconta Marco, docente TFA di Torino – ma senza una cattedra vera non posso né pianificare il mio futuro, né garantire continuità agli alunni”.
Conseguenze sul sistema scolastico e sugli studenti
Il blocco delle assunzioni docenti TFA e la cronica mancanza di lavoro docenti specializzati sostegno ha ripercussioni dirette su tutto il sistema scolastico. Si tratta di un danno grave per le famiglie, che hanno diritto a una scuola inclusiva Torino e per gli studenti con disabilità, cui spesso viene cambiato l’insegnante ogni anno (o persino in corso d’anno), minando ogni progetto educativo individualizzato.
Le principali criticità emergenti:
- Continuità didattica negata e rapporti educativi fragili
- Disservizi nelle coperture orarie e nella gestione degli alunni più fragili
- Stress psicologico per i docenti precari e per gli studenti soggetti a cambiamenti improvvisi
- Frustrazione per le famiglie, costrette a “lottare” ogni anno per ottenere un docente stabile
Questa precarietà, unita al mancato riconoscimento del merito di chi ha completato il percorso TFA, mina le basi di una reale inclusione, nonostante le buone intenzioni delle normative nazionali.
Analisi delle cause: tra numeri chiusi, concorsi e carenze strutturali
Per capire il problema cattedre sostegno Italia, bisogna allargare lo sguardo. Oltre alle rigidità amministrative locali, il sistema nazionale presenta criticità evidenti:
- Il sistema a numero chiuso non è coordinato con una pianificazione reale dei posti da coprire. Così ogni anno si formano più docenti di quanti il sistema sia pronta realmente ad assorbire.
- Concorsi docenti sostegno 2025 e precedenti non riescono a smaltire le graduatorie, lasciando centinaia di specializzati fuori dal sistema.
- Contratti in deroga: molte cattedre di sostegno vengono date con contratti annuali “in deroga” e non sono tramutabili in posti di ruolo.
- Troppe “MAD”: la prassi della Messa A Disposizione riduce la stabilità e la qualità della copertura docenti.
- Mancato investimento strutturale: nella programmazione delle assunzioni, le politiche locali e nazionali non dialogano in maniera efficace.
Tutto ciò si traduce in un aggravio per il precariato docenti sostegno e in un danno sistemico per la qualità dell’insegnamento.
Il mancato riconoscimento del merito
Un aspetto particolarmente sentito dalla comunità TFA è la percezione di una totale assenza di riconoscimento del proprio percorso. “Abbiamo investito denaro ed energia per formarsi. Nessuno valuta il nostro merito, né sul piano economico né professionale”. Cresce così il senso di frustrazione, aggravato dall’assenza di premi o criteri di selezione che favoriscano chi ha davvero scelto e superato il percorso di formazione TFA sostegno italiano.
Si tratta di un tema che si intreccia con il dibattito nazionale sulle carriere dei docenti: la scuola inclusiva Torino potrà dirsi davvero tale solo quando il merito e la formazione specialistica saranno criteri centrali per l’immissione in ruolo e l’assegnazione delle cattedre.
Prospettive e possibili soluzioni
L’attuale situazione impone un urgente ripensamento dell’intero sistema di assunzioni docenti TFA. Fra le proposte avanzate da associazioni, sindacati e coordinamenti docenti spiccano:
- Maggiore coordinamento tra università e amministrazione scolastica, con la creazione di piani di fabbisogno triennali
- Conversione definitiva delle cattedre “in deroga” in veri posti autorizzati per l’immissione in ruolo
- Semplificazione delle procedure di concorso e valorizzazione dei titoli TFA con quote riservate
- Incentivi per la continuità didattica, premiando chi assicura una presenza stabile agli studenti
- Piano straordinario di reclutamento che valorizzi il servizio già prestato dai docenti TFA specializzati
Le soluzioni, per essere efficaci, devono essere concertate e accompagnate da investimenti mirati sia a livello locale (Provincia di Torino, Città Metropolitana) sia nazionale.
Conclusioni: cosa resta da fare
Il caso torinese, pur emblematico, non è isolato: riguarda migliaia di aspiranti docenti specializzati che, dopo un percorso di formazione TFA sostegno italiano lungo e impegnativo, si trovano bloccati da logiche di sistema inadeguate. Restituire dignità, riconoscimento e stabilità a questi insegnanti significa migliorare in modo concreto la qualità della scuola inclusiva Torino e dell’intero sistema nazionale.
L’auspicio, raccolto dall’ultima assemblea dei precari torinesi, è che le istituzioni assumano finalmente un ruolo attivo e responsabile. Solo così l’Italia potrà dirsi davvero “Paese dell’inclusione”, riconoscendo il merito a chi si è formato per offrire un futuro migliore a tutti i suoi studenti.
In definitiva, la questione dei posti disponibili sostegno Torino e la cronica incertezza che offusca il lavoro dei docenti specializzati richiedono risposte strutturali e un impegno pragmatico: per il futuro della scuola e per la dignità dei suoi insegnanti.