La Diminuzione delle Scuole in Reggenza: Effetti del Dimensionamento e delle Nuove Assunzioni sul Sistema Scolastico Italiano
Indice
- Introduzione
- La situazione attuale delle scuole senza dirigente titolare (2024/25)
- Il fenomeno delle scuole in reggenza e le sue cause
- Impatto delle nuove assunzioni di dirigenti scolastici
- La riforma del dimensionamento scolastico: cosa cambia
- La riduzione delle scuole autorizzate in deroga
- Previsioni per il 2025/26: verso una riduzione delle reggenze
- Implicazioni per scuole, studenti e comunità scolastiche
- Il ruolo dei dirigenti scolastici nella qualità della scuola
- Dati comparativi e tendenze passate
- Criticità residue e sfide future
- Sintesi finale e prospettive
Introduzione
Il tema delle scuole senza dirigente titolare è da anni al centro del dibattito sulla qualità e l’efficienza del sistema scolastico italiano. Il quadro relativo all’anno scolastico 2024/25 rivela ancora una presenza diffusa di istituzioni scolastiche in reggenza, ovvero prive di un preside stabile. Tuttavia, il nuovo ciclo di assunzioni programmato e l’avvio della riforma del dimensionamento scolastico promettono segnali di cambiamento già a partire dal 2025. L’analisi di questa evoluzione, supportata dai dati e dalle previsioni ufficiali, offre uno sguardo approfondito su un passaggio cruciale per il futuro dell’istruzione pubblica italiana.
La situazione attuale delle scuole senza dirigente titolare (2024/25)
Per l’anno scolastico 2024/25, secondo fonti ufficiali, sono ancora circa 450 le scuole italiane che non dispongono di un proprio dirigente scolastico titolare. Queste scuole sono dunque gestite in “reggenza“, ossia temporaneamente affidate alla guida di un dirigente scolastico che opera normalmente in un’altra sede. Il dato conferma la reale incidenza del problema, ben noto soprattutto nelle aree più decentrate o nelle regioni dove il turn-over nella dirigenza è più accentuato. Casi di questo tipo possono avere impatti diretti sulla gestione della scuola, sulla continuità didattica e sulla capacità di risposta alle esigenze delle famiglie e degli studenti.
Il fenomeno delle scuole in reggenza e le sue cause
Le cosiddette reggenze scolastiche si verificano ogni anno per una serie di ragioni: pensionamenti, mobilità dei dirigenti, ritardi nei concorsi o nelle procedure di nomina, esigenze straordinarie legate a storiche deroghe ministeriali sul numero minimo di studenti per istituto. Il meccanismo delle reggenze, pur essendo una soluzione temporanea necessaria per garantire la funzionalità delle scuole, comporta spesso una frammentazione delle responsabilità e il rischio di una gestione meno efficace rispetto a quella esercitata da un dirigente titolare dedito esclusivamente alla propria scuola. Le scuole senza dirigente titolare 2024/25 rappresentano dunque uno dei punti deboli storici del sistema scolastico italiano, specie laddove si intrecciano con realtà già fragili o poco attrattive dal punto di vista professionale.
Impatto delle nuove assunzioni di dirigenti scolastici
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha però avviato, tra il 2024 e il 2025, una significativa operazione di copertura di posti vacanti. Sono infatti 347 i posti da dirigente scolastico che verranno assegnati tramite concorsi e nuove assunzioni. Questa manovra dovrebbe consentire, secondo le previsioni, di ridurre sensibilmente il numero delle reggenze scolastiche, portandolo tra le 300 e le 400 unità su scala nazionale. Si tratta di un dato incoraggiante che, se confermato nei numeri reali del prossimo anno, rappresenterebbe il primo vero calo sostanziale dopo anni di situazione stabile o in peggioramento.
Le assunzioni dei dirigenti scolastici 2025 non sono quindi un semplice turn-over, ma un passo essenziale verso l’obiettivo di garantire una governance più stabile ed efficace alle istituzioni scolastiche italiane. Regioni come il Sud e le isole, storicamente più colpite dal fenomeno, dovrebbero trarre i maggiori benefici.
La riforma del dimensionamento scolastico: cosa cambia
Un altro fattore determinante è rappresentato dalla riforma del dimensionamento scolastico, che prevede la revisione del numero e della dimensione delle istituzioni scolastiche, sulla base di parametri demografici più rigorosi. Questa strategia punta non solo a ottimizzare le risorse, ma anche a ridurre il numero di sedi scolastiche prive di titolare. La riforma introduce infatti una riduzione delle scuole autorizzate in deroga, ossia quelle che fino ad oggi potevano esistere pur non rispettando il requisito minimo di studenti necessario per la nomina di un dirigente.
Nel dettaglio, si passerà da 138 a 73 scuole autorizzate in deroga, rendendo più omogenea l’offerta scolastica sul territorio e facilitando l’assegnazione di dirigenti titolari a tutte le scuole che rispondano ai nuovi criteri.
La riduzione delle scuole autorizzate in deroga
Il tema delle scuole autorizzate in deroga è cruciale: fino al 2024, molti istituti avevano potuto mantenere l’autonomia pur avendo un numero di studenti inferiore alla soglia prevista. Questo aveva spesso garantito una maggiore presenza capillare nel territorio – specialmente nelle aree montane o disagiate – ma al prezzo di frammentazione amministrativa e frequente ricorso alle reggenze. Con la riforma, la cifra scenderà a 73 istituzioni, rendendo possibile un quadro organizzativo più stabile e programmabile. Le scuole che non rientreranno più nei parametri acquisiranno una nuova collocazione amministrativa, favorendo così anche la copertura dei posti da dirigente scolastico.
Previsioni per il 2025/26: verso una riduzione delle reggenze
Secondo i dati prospettici, il numero totale di istituzioni scolastiche nel 2025/26 si attesterà a circa 7.389 unità. Questo valore deriva dal lavoro di razionalizzazione promosso negli ultimi anni e dagli effetti di riforme e nuove assunzioni. È previsto che le reggenze scolastiche si ridurranno tra le 300 e le 400 unità, portando l’Italia più vicina agli standard europei sulla stabilità degli organici dirigenziali.
Tabella riassuntiva delle principali previsioni per il 2025/26:
| Indicatore | Valore previsto |
|--------------------------------------------|-----------------------|
| Istituzioni scolastiche totali | 7.389 |
| Scuole in deroga (autorizzazioni) | 73 |
| Posti dirigenti scolastici coperti | +347 (assunzioni 2025)|
| Reggenze stimate | 300-400 |
Implicazioni per scuole, studenti e comunità scolastiche
La presenza stabile di un dirigente scolastico titolare influisce notevolmente sull’efficienza, la sicurezza e la qualità dell’offerta formativa. Le reggenze scolastiche ridotte significano maggior attenzione alle singole esigenze, maggiore presenza nelle scuole e possibilità di intervento diretto su problematiche emergenti. Le famiglie possono dunque contare su una governance più reattiva, mentre i collegi docenti e il personale amministrativo disporranno di punti di riferimento chiari e continuativi.
Inoltre, una distribuzione più razionale delle istituzioni – grazie a una riduzione forzata delle scuole autorizzate in deroga – potrebbe favorire anche la qualità infrastrutturale: scuole più grandi e meno disperse possono accedere a maggiori risorse, progetti e servizi.
Il ruolo dei dirigenti scolastici nella qualità della scuola
Non si può sottovalutare l’impatto che la presenza di un preside titolare ha sulla scuola. Dalla pianificazione didattica alla gestione delle emergenze, dall’innovazione tecnologica al contrasto alla dispersione, la figura del dirigente è centrale.
Un numero inferiore di scuole senza dirigente implica meno difficoltà gestionali per chi si trova a dirigere più istituti contemporaneamente e un deciso miglioramento nelle strategie di sviluppo educativo e nel rapporto con il territorio. Riforma scuole italiane vuol dire anche ridare autorevolezza e continuità a questa figura chiave.
Dati comparativi e tendenze passate
Confrontando i dati con gli anni precedenti, risulta evidente come il problema delle scuole senza preside Italia abbia avuto un’incidenza pressoché costante nell’ultimo decennio. Nonostante la presenza cestitente di concorsi e sanatorie, il turn-over e la crescita delle deroghe avevano mantenuto elevato il numero di reggenze. Solo il combinato disposto di nuove assunzioni e riduzione delle scuole sembra poter agire in maniera duratura sulla tendenza.
Nel 2018/19, ad esempio, le scuole in reggenza erano circa 500. Nel 2022/23 questa cifra era salita a quasi 600, a causa di un rallentamento nei concorsi e della proliferazione delle deroghe. La discesa a circa 450 nel 2024/25 rappresenta un’inversione di tendenza, attribuibile alle misure introdotte e al dimensionamento in fase di attuazione.
Criticità residue e sfide future
Nonostante le azioni messe in campo, restano dei nodi irrisolti. Alcuni territori, soprattutto nelle aree interne e nelle isole minori, rischiano ancora la perdita di scuole autonome storicamente radicate nel tessuto sociale. La razionalizzazione deve integrarsi con politiche di sostegno per la scuola “minuta” e per la sua funzione sociale, culturale ed economica.
Inoltre, il processo di assunzione dei dirigenti scolastici richiede tempi certi e procedure snelle per evitare nuovi vuoti di governance. Infine, la progressiva riduzione delle scuole autorizzate in deroga dovrà essere accompagnata da misure concrete di supporto per le comunità locali coinvolte in fusioni o accorpamenti.
Sintesi finale e prospettive
La riduzione delle scuole senza dirigente titolare è la sfida su cui si misura la capacità del sistema scolastico italiano di evolvere verso una maggiore stabilità, equità e qualità. I numeri per il 2025/26 appaiono incoraggianti, ma servirà continuità nell’impegno e rapidità nell’attuazione delle riforme. La presenza di un preside titolare in ogni scuola non è solo una questione amministrativa, ma il presupposto per costruire una scuola pubblica efficace, accogliente e innovativa, capace di rispondere alle esigenze di tutte e tutti.