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Ius scholae e scuola: cittadinanza e rendimento scolastico
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Ius scholae e scuola: cittadinanza e rendimento scolastico

Disponibile in formato audio

Dall'integrazione alle performance, come la cittadinanza condiziona il futuro nelle aule e nella società

Ius scholae e scuola: cittadinanza e rendimento scolastico

La cittadinanza continua a essere un argomento centrale nel dibattito sull'integrazione scolastica, soprattutto in relazione allo ius scholae. Dall'analisi del recente report di Save the Children emerge come il diritto alla cittadinanza sia molto più di una condizione formale: ha conseguenze concrete sul percorso educativo e sulle opportunità offerte a migliaia di studenti stranieri nelle scuole italiane.

Indice

  • Introduzione al tema della cittadinanza e della scuola
  • I numeri della presenza straniera nelle scuole italiane
  • Il concetto di ius scholae e la proposta di riforma
  • Cittadinanza e rendimento scolastico: dati e riflessioni
  • La rilevanza della cittadinanza nei processi di integrazione
  • Le difficoltà dei ragazzi stranieri tra abbandono e performance
  • Il ruolo delle istituzioni e delle famiglie
  • Possibili soluzioni e prospettive future
  • Sintesi finale

Introduzione al tema della cittadinanza e della scuola

Il tema della cittadinanza alla popolazione straniera, con particolare riguardo agli studenti delle scuole italiane, non riguarda solo questioni giuridiche, ma anche sociali, educative e culturali. Si tratta di una questione che coinvolge il futuro di una parte considerevole della popolazione scolastica, in un'Italia che continua ad essere attraversata da profonde trasformazioni demografiche.

La discussione sul cosiddetto ius scholae è tornata attuale nel 2025. La proposta di legare l’acquisizione della cittadinanza al completamento di uno o più cicli scolastici apre a scenari inediti, relativi non solo alla normativa, ma soprattutto agli effetti reali sulle vite degli studenti di origine straniera e all’impatto sulla società intera.

In questo contesto, il nuovo report di Save the Children Italia offre una vasta panoramica della situazione attuale sulla base di sei mila interviste a studenti stranieri. I dati raccolti tratteggiano una realtà in cui la questione della cittadinanza incide in modo diretto e sostanziale sul rendimento scolastico e sull’inclusione degli individui nel tessuto sociale.

I numeri della presenza straniera nelle scuole italiane

Secondo il report, oggi il 10,6% della popolazione studentesca italiana è di origine straniera. Si tratta di una percentuale significativa che non può essere ignorata nel disegno delle politiche scolastiche e di cittadinanza.

Colpisce il dato secondo cui il 67,5% degli studenti stranieri risulta nato in Italia: si tratta, quindi, di giovani che hanno spesso vissuto e si sono formati esclusivamente nel Belpaese, pur trovandosi privi della cittadinanza italiana all’ingresso nella scuola.

Questa percentuale crescente di cosiddetti italiani di seconda generazione, spesso perfettamente inseriti nel contesto linguistico e culturale, mette in discussione le categorie tradizionali di “straniero” e “italiano”. La differenza, nella realtà dei fatti, viene stabilita essenzialmente dal possesso o meno della cittadinanza, un elemento normativo che sempre più spesso risulta essere un discrimine nei destini formativi degli individui.

Il concetto di ius scholae e la proposta di riforma

Con ius scholae si intende il principio secondo cui la cittadinanza può essere acquisita dopo aver completato un ciclo scolastico in Italia. La discussione su tale principio è emersa con forza a livello politico proprio per risolvere una delle principali criticità del sistema attuale: l’impossibilità per molti studenti nati e cresciuti in Italia di ottenere lo status di cittadini, con tutte le conseguenze che ne derivano nel percorso di integrazione e di crescita.

Il dibattito è acceso. Da una parte c’è chi teme possibili rischi legati a processi migratori incontrollati e chi sostiene la necessità di mantenere criteri restrittivi. Dall’altra, sono sempre di più le voci che sottolineano come lo ius scholae rappresenti un’opportunità di inclusione e valorizzazione delle nuove generazioni, promuovendo l’uguaglianza delle opportunità e il senso di appartenenza alla comunità nazionale.

A tal proposito, il report Save the Children sottolinea quale impatto abbia il mancato riconoscimento della cittadinanza sulla motivazione allo studio, sul benessere in classe, sulle aspirazioni e, in definitiva, sui risultati scolastici.

Cittadinanza e rendimento scolastico: dati e riflessioni

Uno dei dati più rilevanti evidenziati da Save the Children riguarda l’influenza diretta della cittadinanza sul rendimento scolastico. Il senso di esclusione, l’assenza di diritti pieni e la percezione di essere diversi dagli altri alunni possono condizionare profondamente il percorso scolastico degli studenti stranieri.

La ricerca mette in luce anche conseguenze concrete: tra i maschi stranieri privi di cittadinanza italiana, il 30% non frequenta le scuole superiori. Una percentuale che, se rapportata all’intera popolazione scolastica, rappresenta un allarme sociale e pedagogico di primaria rilevanza. Il rischio di abbandono è strettamente legato alla mancanza di prospettive certe e al senso di frustrazione che può maturare in chi, pur sentendosi italiano di fatto, si scontra con limiti legali e burocratici.

Il rendimento scolastico degli studenti stranieri, inoltre, mostra differenze significative rispetto ai coetanei italiani. Secondo il report, i minori privi di cittadinanza trovano maggior difficoltà nell’accesso a tutte le opportunità offerte dal sistema scolastico, con ricadute sulla scelta dei percorsi di studio, sui tassi di promozione e, in diversi casi, anche sulla partecipazione alle attività integrative e laboratoriali.

La rilevanza della cittadinanza nei processi di integrazione

Non si tratta solo di dati economici o statistici: il diritto di cittadinanza è un elemento culturale e sociale che influenza profondamente la percezione di sé e il rapporto con la comunità scolastica e nazionale.

Per uno studente straniero, il possesso della cittadinanza italiana non rappresenta soltanto un riconoscimento giuridico, ma un simbolo di inclusione, una condizione essenziale per sentirsi pienamente partecipe e corresponsabile nel percorso collettivo della scuola. Molte testimonianze raccolte da Save the Children mettono in luce storie di disagio, ma anche di grande resilienza, dove il desiderio di appartenere al proprio Paese si scontra con le rigidità normative.

Le criticità sono acuite nei momenti di passaggio da un ciclo scolastico all’altro: l’accesso alle scuole superiori o all’università, la partecipazione a stage e tirocini, la possibilità di aderire a iniziative extracurriculari risultano spesso ostacolate dall’assenza di cittadinanza.

L’inclusione sociale e scolastica, quindi, passa inevitabilmente anche da qui: la cittadinanza studenti stranieri si tramuta in una vera e propria leva di valorizzazione o, viceversa, di emarginazione.

Le difficoltà dei ragazzi stranieri tra abbandono e performance

L’abbandono scolastico è una delle maggiori emergenze rilevate dalla ricerca. Molti studenti privi di cittadinanza, in particolare tra i maschi, faticano a trovare motivazione nello studio. Il dato del 30% di non frequenza delle superiori tra i maschi stranieri senza cittadinanza segnala una situazione di evidente allarme, con effetti che rischiano di perpetuarsi anche nella vita adulta: esclusione sociale, lavoro precario, scarse opportunità di inserimento e rischio di marginalità.

Anche tra chi frequenta regolarmente la scuola, spesso il rendimento scolastico risente dei limiti sociali e psicologici legati all’assenza della cittadinanza. I casi di insuccesso, di insoddisfazione rispetto alle prospettive di studio e di difficoltà nelle relazioni con i pari sono statisticamente più frequenti tra gli studenti stranieri.

A ciò bisogna aggiungere una generale carenza di strumenti di sostegno e di tutoraggio: numerosi studenti segnalano la mancanza di figure di riferimento all’interno della scuola capaci di orientare e supportare in modo efficace nei momenti di difficoltà.

Il ruolo delle istituzioni e delle famiglie

L’integrazione scolastica dei minori stranieri non può essere affidata esclusivamente alla buona volontà degli insegnanti o alla resilienza individuale degli studenti. Serve una rete di supporto più ampia, che coinvolga istituzioni, famiglie, enti del terzo settore e la società civile.

Le amministrazioni scolastiche, secondo Save the Children, dovrebbero essere dotate di strumenti e risorse specifiche per monitorare e intervenire tempestivamente nei casi a maggior rischio di abbandono. Allo stesso tempo, è necessario un potenziamento delle politiche di orientamento e di sostegno, con particolare attenzione alle famiglie degli studenti stranieri, spesso disorientate o distanti dal sistema scolastico italiano.

La scuola, come comunità educante, può (e deve) rappresentare un ambiente sicuro e accogliente, in cui ciascuno abbia le stesse opportunità di crescita e realizzazione. La presenza di mediatori culturali, l’accesso a percorsi di formazione anche per i genitori e la promozione del dialogo interculturale sono azioni indispensabili per favorire una reale integrazione.

Possibili soluzioni e prospettive future

La proposta di legge che introduce lo ius scholae, se approvata, potrebbe rappresentare una svolta epocale nella storia della scuola italiana. Permettere agli studenti di ottenere la cittadinanza al termine di un ciclo scolastico significherebbe garantire una maggiore parità di condizioni tra tutti gli alunni, rafforzare il senso di appartenenza e, secondo molti esperti, ridurre in modo sensibile i fenomeni di abbandono e insuccesso.

Non mancano, tuttavia, elementi di criticità e di dibattito. Occorre mantenere un equilibrio tra apertura e sicurezza, tra la valorizzazione delle diversità e la costruzione di una comune identità nazionale. In questa prospettiva, è fondamentale mettere al centro il valore della scuola come luogo di formazione civica e umana, oltre che didattica.

Il coinvolgimento delle famiglie, delle associazioni e delle istituzioni pubbliche deve essere costante e mirato, per prevenire situazioni di disagio e sostenere chi si trova in condizioni di maggiore vulnerabilità. Le buone pratiche già sperimentate in molte scuole – da progetti di mentorship a laboratori interculturali – rappresentano un patrimonio prezioso da diffondere e consolidare.

Sintesi finale

In conclusione, il dibattito sullo ius scholae e sulla cittadinanza agli studenti stranieri coinvolge temi cruciali per il futuro della scuola italiana. I dati del report Save the Children sottolineano con chiarezza il legame tra cittadinanza, rendimento scolastico e inclusione sociale.

Adottare politiche più inclusive significa non solo sostenere la crescita personale dei giovani di origine straniera, ma anche rafforzare la coesione sociale e la competitività del Paese. La sfida è quella di garantire pari opportunità, valorizzando il contributo di tutti e promuovendo una cultura della cittadinanza attiva.

Solo riconoscendo pienamente i diritti dei cittadini di seconda generazione e investendo sull’integrazione nei percorsi scolastici sarà possibile costruire una società più giusta, aperta e consapevole del proprio futuro.

Pubblicato il: 9 luglio 2025 alle ore 02:57

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