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Educare contro i pregiudizi: Espèrance Hakuzwimana e il valore dell'alunno al centro della scuola italiana
Scuola

Educare contro i pregiudizi: Espèrance Hakuzwimana e il valore dell'alunno al centro della scuola italiana

Un'intervista con Espèrance Hakuzwimana sulla necessità di una scuola inclusiva, libera da stereotipi e discriminazioni

Educare contro i pregiudizi: Espèrance Hakuzwimana e il valore dell'alunno al centro della scuola italiana

Indice dei paragrafi

  • Introduzione: una voce significativa nel panorama educativo
  • Chi è Espèrance Hakuzwimana Ripanti?
  • La scuola, luogo di incontro e talvolta di discriminazione
  • L’importanza di mettere al centro l’alunno
  • Azioni concrete contro i pregiudizi in classe
  • L’autobiografia come strumento educativo
  • Il ruolo degli insegnanti nell’educazione inclusiva
  • Integrazione scolastica in Italia: sfide e opportunità
  • Espèrance Hakuzwimana e il movimento “Il Razzismo è una brutta storia”
  • Testimonianze e collaborazioni: il lavoro nelle scuole
  • Educare alla cittadinanza: pratiche e strategie di successo
  • Conclusione: una scuola per tutti, senza pregiudizi

Introduzione: una voce significativa nel panorama educativo

Nel dibattito contemporaneo sull’educazione, la questione della lotta ai pregiudizi e alle discriminazioni è sempre più urgente. Tra le voci emergenti, quella di Espèrance Hakuzwimana Ripanti si distingue per chiarezza e incisività. In occasione di questa intervista, Hakuzwimana ci offre un punto di vista originale e necessario: per costruire una società migliore, è imprescindibile mettere l’alunno al centro della scuola e superare rigidamente ogni pregiudizio, rendendo l’ambiente scolastico uno spazio di vera inclusione.

Chi è Espèrance Hakuzwimana Ripanti?

Espèrance Hakuzwimana Ripanti è una scrittrice e attivista ruandese, naturalizzata italiana. Nata nel 1991 in Ruanda, dopo un'infanzia trascorsa in orfanotrofio fino ai tre anni, viene adottata da una famiglia bresciana, crescendo in uno dei contesti più rappresentativi delle periferie italiane. Ha studiato all’Università di Trento e successivamente alla Scuola Holden di Torino, specializzandosi in narrazione e scrittura autobiografica.

È autrice di numerosi volumi incentrati sulla propria esperienza di migrazione, adozione e crescita nel contesto italiano. La sua produzione si distingue per una riflessione attenta sulla questione dell’identità e sull’impatto dei pregiudizi nella vita dei più giovani, in particolare nel mondo della scuola.

Hakuzwimana fa parte del movimento nazionale 'Il Razzismo è una brutta storia' e collabora con istituzioni scolastiche e associazioni in tutta Italia. Il suo impegno personale e professionale si focalizza sulla decostruzione degli stereotipi e la promozione di una cultura dell'inclusione.

La scuola, luogo di incontro e talvolta di discriminazione

La scuola, per definizione, dovrebbe essere un ambiente neutro e accogliente, dove le differenze diventano un valore. Tuttavia, come sottolinea Hakuzwimana, in Italia accade troppo spesso che l’alunno con un background migratorio, o comunque portatore di una diversità rispetto alla norma percepita, si trovi a dover affrontare giudizi, stereotipi e discriminazioni.

Questa realtà emerge non solo nelle grandi città, ma anche e soprattutto nelle province e nei piccoli centri, dove la presenza di studenti di origine straniera o adottiva può essere minore, e i pregiudizi talvolta maggiori. Il fenomeno della discriminazione scolastica si manifesta nei comportamenti espliciti o impliciti di compagni, docenti e personale, minando il senso di appartenenza e l’autostima degli alunni coinvolti.

L’importanza di mettere al centro l’alunno

Uno dei messaggi chiave di Hakuzwimana è che la scuola deve mettere al centro la persona, e non i pregiudizi. Ciò implica uno sforzo culturale e metodologico da parte dell’istituzione educativa, chiamata a riconoscere la complessità delle storie degli studenti e a valorizzare ciascuno nella sua unicità.

“Non possiamo pretendere che tutti arrivino nello stesso modo a scuola”, afferma Hakuzwimana nell’intervista, “ma dobbiamo garantire a tuttə le stesse possibilità di crescita, senza lasciarci condizionare da etichette preconcette”. Questa prospettiva richiede una riqualificazione continua dei modelli didattici e una formazione attenta dei docenti, affinché non si perpetuino involontariamente stereotipi nocivi.

Azioni concrete contro i pregiudizi in classe

La lotta ai pregiudizi in classe non può limitarsi alle intenzioni, ma deve concretizzarsi in pratiche quotidiane. Hakuzwimana indica alcune strategie operative adottate nel suo percorso di lavoro nelle scuole:

  • Progetti di educazione interculturale: laboratori, incontri e attività che permettono agli studenti di conoscere storie e culture differenti.
  • Narrazione autobiografica: attività in cui ciascuno può raccontare il proprio vissuto, superando l’unicità dell’esperienza e costruendo ponti di comprensione.
  • Formazione degli insegnanti sull’antirazzismo: corsi specifici che offrono strumenti per riconoscere e contrastare comportamenti discriminatori, espliciti o impliciti.

Questi strumenti si sono dimostrati, secondo i dati raccolti da numerose associazioni italiane, molto efficaci per costruire un clima di classe positivo e inclusivo.

L’autobiografia come strumento educativo

Nel suo lavoro con le scuole, Hakuzwimana fa spesso leva sul valore pedagogico dell’autobiografia. Raccontare la propria storia, condividere esperienze di marginalità o riscatto, aiuta gli studenti a vedere sé stessi e gli altri sotto una luce diversa. L’autobiografia diventa così uno strumento di emancipazione e consapevolezza, soprattutto per chi si sente ai margini.

“I ragazzi hanno bisogno di modelli”, sottolinea la scrittrice, “ma anche della libertà di essere loro stessi, fuori dagli schemi delle etichette culturali, etniche o sociali.” Insegnare la propria esperienza significa, dunque, costruire uno spazio di riconoscimento reciproco, necessario per ogni percorso educativo autentico.

Il ruolo degli insegnanti nell’educazione inclusiva

Gli insegnanti sono i primi promotori o, talvolta, i principali ostacoli di un percorso di integrazione scolastica efficace. Hakuzwimana insiste sull’importanza della formazione continua e della capacità empatica dei docenti. “Non bisogna mai partire dalla convinzione di sapere già tutto degli altri. Ogni bambino, ogni ragazzo ha una storia diversa, e le domande contano più delle risposte facili”.

Formare gli insegnanti sull’antirazzismo in classe, sulle logiche della discriminazione sistemica e sulle tecniche comunicative inclusive serve a prevenire micromessaggi di esclusione e a garantire pari dignità a tutti gli studenti, a prescindere dall’origine, dalla lingua o dal colore della pelle.

Integrazione scolastica in Italia: sfide e opportunità

L’Italia, secondo Hakuzwimana, vive una fase storica in cui la presenza nelle scuole di bambini e ragazzi di origine straniera o adottati è in costante aumento. Questo fenomeno rappresenta una sfida per il sistema scolastico, chiamato a promuovere percorsi di vera integrazione scolastica e non solo di assimilazione.

L’integrazione scolastica significa accogliere la diversità culturale e riconoscerne i diritti, superando la logica del “noi” e “loro”. In molte realtà, però, le risorse sono ancora limitate e la formazione degli insegnanti resta lacunosa. Serve, secondo Hakuzwimana, un investimento politico e culturale che sappia guardare oltre l’emergenza e abbracciare la normalità del pluralismo.

Espèrance Hakuzwimana e il movimento “Il Razzismo è una brutta storia”

Il lavoro di Hakuzwimana si inserisce nell’ambito del movimento nazionale “Il Razzismo è una brutta storia”, una rete che si occupa di monitorare episodi di discriminazione, promuovere una cultura della legalità e realizzare campagne educative contro i pregiudizi.

All’interno di questo contesto, Hakuzwimana offre la propria testimonianza nelle scuole, ma anche nei media e nei seminari formativi, contribuendo a una ricostruzione storica e sociale del razzismo in Italia e, soprattutto, stimolando i più giovani a ripensare parole e comportamenti quotidiani.

Testimonianze e collaborazioni: il lavoro nelle scuole

Negli anni, Hakuzwimana ha collaborato attivamente con numerose scuole italiane, portando laboratori di scrittura autobiografica, incontri di testimonianza e progetti mirati all’educazione interculturale. Gli studenti che hanno preso parte a questi percorsi dichiarano di aver modificato sensibilmente atteggiamenti e percezioni nei confronti dei compagni di diversa origine.

Un passaggio fondamentale, secondo la scrittrice, è smascherare i meccanismi invisibili del pregiudizio. È qui che la formazione del personale docente diventa imprescindibile: “Serve consapevolezza, non basta la buona volontà”. Le scuole, attraverso collaborazioni con associazioni e movimenti come quello di cui Hakuzwimana fa parte, possono diventare veri motori di cambiamento sociale.

Educare alla cittadinanza: pratiche e strategie di successo

Educare al rispetto delle differenze significa, prima di tutto, educare alla cittadinanza. In classe, le strategie vincenti sono spesso quelle più semplici ma sistematiche:

  • Utilizzo di libri e materiali inclusivi: la presenza di storie che rispecchiano la pluralità della società italiana aiuta tutti gli studenti a sentirsi riconosciuti.
  • Parlare apertamente di diversità: affrontare di petto temi come razzismo, discriminazione e stereotipi nei momenti di discussione collettiva.
  • Attività cooperative: promuovere il lavoro di gruppo come occasione di incontro e scambio reciproco.
  • Monitoraggio del clima di classe: rilevare tempestivamente segnali di disagio e intervenire con strumenti adeguati.

Le pratiche di successo raccolte, sia da Hakuzwimana che dalle associazioni coinvolte, mostrano che la scuola può cambiare davvero, a patto che si investa in formazione, materiali adeguati e collaborazione tra scuola, famiglie e territorio.

Conclusione: una scuola per tutti, senza pregiudizi

La visione di Espèrance Hakuzwimana rappresenta un invito forte e urgente a ripensare la scuola italiana. Mettere al centro l’alunno, contrastare attivamente i pregiudizi e promuovere un’educazione autenticamente plurale sono, oggi più che mai, condizioni indispensabili per costruire il futuro. La testimonianza e il lavoro di Hakuzwimana dimostrano che cambiare si può — e che tocca proprio agli adulti, e soprattutto agli insegnanti, essere motore di questa trasformazione. L’Italia che si riflette in una scuola più giusta e accogliente è un’Italia migliore, per tutti.

Pubblicato il: 16 agosto 2025 alle ore 10:07

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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