Loading...
Roma, prima chirurgia radioguidata su tumore polmonare
Ricerca

Roma, prima chirurgia radioguidata su tumore polmonare

Disponibile in formato audio

Tecnologia innovativa al Sant’Andrea: la nuova sonda di INFN-Sapienza rivoluziona la lotta ai tumori polmonari

Roma, prima chirurgia radioguidata su tumore polmonare

Indice dei contenuti

  • Introduzione: una svolta nella lotta al tumore polmonare
  • La nascita della sonda INFN-Università Sapienza: genesi e prospettive
  • L’intervento pionieristico al Sant’Andrea: tecnologie ed équipe
  • Il funzionamento della sonda e il ruolo dei radiofarmaci
  • Dal laboratorio alla sala operatoria: il futuro della chirurgia radioguidata
  • L’impatto sulla ricerca oncologica italiana e internazionale
  • Sicurezza, efficacia e prospettive cliniche
  • Le reazioni della comunità scientifica e le implicazioni future
  • Conclusioni e sintesi

Introduzione: una svolta nella lotta al tumore polmonare

L’8 luglio 2025 segna una data storica per la medicina italiana e internazionale: presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma è stato eseguito il primo intervento radioguidato su un paziente affetto da un tumore neuroendocrino polmonare.

Questa operazione, grazie all’utilizzo di una sonda innovativa sviluppata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, proietta l’Italia all’avanguardia mondiale nella chirurgia dei tumori polmonari e segnala un punto di svolta nel trattamento delle neoplasie toraciche.

L’impiego della chirurgia radioguidata rappresenta oggi una delle frontiere più promettenti nel campo della ricerca oncologica, con ricadute future che potranno riguardare l’intera comunità sanitaria.

Il tumore neuroendocrino polmonare rappresenta una tipologia neoplastica rara ma insidiosa, dal comportamento spesso subdolo e difficile da trattare con le terapie tradizionali.

Per questo l'approdo di una metodologia innovativa come la chirurgia radioguidata suscita enorme interesse, soprattutto perché permette una maggiore precisione nell’asportazione del tessuto malato, riducendo sensibilmente il rischio di danneggiare gli organi sani circostanti e migliorando le prospettive di guarigione.

La notizia, rapidamente diffusasi attraverso i principali canali di informazione scientifica e mediatica, ha riscosso grande attenzione anche fuori dal mondo clinico, perché riguarda tutti: la lotta al cancro è una delle principali sfide del nostro tempo e ogni progresso può significare una speranza concreta in più per pazienti e famiglie.

La nascita della sonda INFN-Università Sapienza: genesi e prospettive

Il cuore del successo di questo intervento risiede nella sonda innovativa progettata e costruita congiuntamente dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dall’Università Sapienza di Roma.

Si tratta di uno strumento sofisticato, sensibilissimo, in grado di rilevare la presenza di positroni emessi dal tessuto neoplastico precedentemente "marcato" con specifici radiofarmaci. Questo permette ai chirurghi di localizzare e identificare con grande accuratezza anche le più piccole masse tumorali polmonari.

La collaborazione multidisciplinare tra fisici nucleari, ingegneri biomedici, medici nucleari e chirurghi toracici mostra quanto sia fondamentale il contributo delle competenze trasversali nella ricerca oncologica italiana.

Non è casuale infatti che la sonda sia già stata sperimentata con successo in altri ambiti oncologici, come nel tumore mammario e nel melanoma, e ora, con l’intervento eseguito al Sant’Andrea, trova applicazione concreta anche in campo toracico.

Oltre all’INFN e all’Università, la sonda beneficia del supporto del Ministero della Salute e di fondi europei per la ricerca traslazionale, sottolineando l’importanza strategica assegnata a queste tecniche da parte delle istituzioni.

Le analisi dei dati raccolti durante l’intervento sono già in corso e si prevede che i risultati definitivi saranno presentati entro la fine dell’anno. Si tratta di informazioni preziosissime che guideranno la validazione e la possibile estensione di questa metodologia in altri centri specializzati del Paese.

L’intervento pionieristico al Sant’Andrea: tecnologie ed équipe

La sala operatoria dell’Ospedale Sant’Andrea è divenuta teatro di un intervento storico durato diverse ore, durante le quali l’équipe multidisciplinare, composta da chirurghi toracici, medici nucleari e fisici, ha potuto contare sull’ausilio della sonda radioguidata.

In concreto, prima dell’intervento, al paziente viene somministrato un radiofarmaco specifico in grado di legarsi selettivamente alle cellule tumorali.

Durante la procedura chirurgica, la sonda viene avvicinata all’area anatomica sospetta, rilevando in tempo reale i positroni emessi dal decadimento radioattivo. Questo permette alla squadra medica di indirizzare le proprie azioni in modo ultra-selettivo, riducendo il rischio di asportare più tessuto sano del necessario.

Il workflow dell’operazione richiede un coordinamento impeccabile tra le diverse professionalità coinvolte: il chirurgo deve agire con decisione e velocità, guidato però dall'assistenza tecnica e scientifica del team di fisici e ingegneri che analizzano costantemente i dati in uscita dalla sonda.

L’esperienza maturata negli scorsi anni grazie a interventi simili su altri tipi di cancro ha permesso di ridurre i margini di errore e ha favorito la riuscita dell’intervento romano, considerato un vero apripista per tutta la chirurgia toracica italiana.

Il funzionamento della sonda e il ruolo dei radiofarmaci

Uno degli aspetti più innovativi dell’intervento radioguidato al Sant’Andrea riguarda l’interazione tra la sonda INFN-Università Sapienza e i radiofarmaci impiegati. La cosiddetta "chirurgia guidata dai positroni" si basa su un principio noto in fisica nucleare: alcune sostanze radioattive emettono particelle chiamate positroni, che alla fine del loro percorso si annichilano producendo fotoni di altissima energia, facilmente rilevabili da strumentazioni dedicate.

Il radiofarmaco viene iniettato nel paziente alcune ore prima dell'intervento e si concentra nelle aree tumorali, grazie ad un particolare tropismo che lo seleziona per passare attraverso la barriera cellulare delle neoplasie polmonari. La sonda radioguidata è quindi posizionata durante la chirurgia per "scansionare" in tempo reale le zone a maggiore emissione di positroni.

Questa metodologia offre diversi vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali, come la chirurgia video-assistita o la resezione alla cieca:

  • Riduzione delle perdite ematiche e delle complicazioni post-operatorie.
  • Maggiore precisione nella localizzazione millimetrica delle cellule tumorali.
  • Possibilità di verificare intra-operatoriamente l’assenza di residui neoplastici.
  • Minore invasività globale dell’intervento.

La strategia delle "immagini funzionali" mediante radiofarmaci apre la strada a nuove modalità di diagnosi e trattamento ultra-personalizzato delle patologie polmonari, con un impatto significativo anche sul benessere psicologico dei pazienti.

Dal laboratorio alla sala operatoria: il futuro della chirurgia radioguidata

Il successo dell’intervento eseguito a Roma costituisce una pietra miliare non solo per la medicina italiana, ma anche per tutto il comparto della ricerca oncologica mondiale.

Il passaggio dalla sperimentazione "ex vivo" (su tessuti o organi prelevati) alla pratica "in vivo" su pazienti rappresenta il superamento di un’importante barriera tecnologica e clinica.

Gli obiettivi futuri sono molteplici: individuare nuovi radiofarmaci ancora più selettivi, potenziare la sensibilità della sonda, implementare algoritmi di intelligenza artificiale per l’interpretazione dei dati in tempo reale e, soprattutto, favorire una rapida disseminazione di queste conoscenze su scala nazionale attraverso network di collaborazione tra centri di alta specializzazione.

Questo processo di trasferimento tecnologico, già in atto grazie a progetti finanziati sia a livello nazionale che europeo, mira a rendere accessibili questi interventi anche in strutture ospedaliere più piccole, abbattendo le barriere sociali e geografiche.

L’impatto sulla ricerca oncologica italiana e internazionale

Il team del Sant’Andrea, insieme ai ricercatori di INFN e Sapienza, sta già lavorando all’analisi approfondita dei dati raccolti per valutare l’impatto della procedura sia sulla radicalità chirurgica che sugli outcome a breve e lungo termine.

La pubblicazione scientifica che seguirà, prevista entro la fine del 2025, potrà offrire spunti preziosi anche per la comunità medica internazionale, che guarda da anni con grande attenzione ai progressi italiani nel settore delle tecnologie applicate alla sanità.

Sul piano più ampio, il successo di questa procedura fa da apripista all’introduzione di metodiche analoghe in altri distretti anatomici (come fegato, cervello e rene), promuovendo sinergie interdisciplinari tra oncologi, chirurghi, biologi molecolari, esperti di imaging e informatici.

Le ricadute attese vanno oltre la dimensione prettamente clinica: esse riguardano la formazione di nuovi specialisti, la nascita di spin-off universitari per lo sviluppo di hardware e software dedicati e, non da ultimo, l’attrazione degli investimenti privati nel biomedicale, settore strategico per il rilancio economico e tecnologico del paese.

Sicurezza, efficacia e prospettive cliniche

La sicurezza del paziente è stata, sin dal principio, al centro delle attenzioni dell’équipe guidata dal professor Lorenzo Moretti, responsabile della Chirurgia toracica del Sant’Andrea.

Il protocollo è stato valutato e approvato dal Comitato etico locale, in collaborazione con il Centro nazionale per la Radioprotezione, assicurando il rispetto di tutti i dettami in materia di esposizione radiologica e prevenzione del rischio biologico.

I primi risultati sono estremamente promettenti: il paziente sottoposto al nuovo trattamento ha mostrato un recupero post-operatorio rapido e nessuna complicanza significativa.

I follow-up a breve termine fanno sperare anche in un elevato tasso di sopravvivenza libera da malattia, confermando l’efficacia della chirurgia guidata da positroni.

Le prospettive sul lungo periodo sono incoraggianti: se verrà confermata la maggiore selettività dell’asportazione tumorale e la bassa incidenza di effetti collaterali, sarà possibile ridurre drasticamente il ricorso a terapie adiuvanti come radio- e chemioterapia, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei pazienti.

Le reazioni della comunità scientifica e le implicazioni future

La comunità scientifica ha accolto la notizia con grande entusiasmo e curiosità, non solo in Italia ma anche all’estero.

Numerosi istituti universitari e centri di ricerca oncologica europei e americani hanno già richiesto informazioni dettagliate sul dispositivo italiano e sulle modalità operative per valutare una possibile collaborazione.

L’Associazione italiana di Chirurgia Toracica, attraverso il suo presidente, ha dichiarato che “questa esperienza dimostra come la multidisciplinarità e la ricerca applicata possano produrre risultati di altissimo valore clinico, con potenzialità di cambiare radicalmente il paradigma terapeutico delle neoplasie polmonari”.

Anche le associazioni dei pazienti hanno espresso gratitudine e sostegno, sottolineando come progressi come questo rappresentino una concreta speranza, specie per coloro che soffrono di forme tumorali rare o finora poco trattabili.

Non mancano, ovviamente, richieste di studi aggiuntivi e di un monitoraggio attento dei pazienti nel tempo, per seguire l’evoluzione dei risultati clinici e garantire la massima sicurezza.

Conclusioni e sintesi

L’intervento radioguidato eseguito all’Ospedale Sant’Andrea di Roma è destinato a segnare un punto di svolta nella chirurgia oncologica italiana e mondiale.

Grazie alla sinergia tra ricerca di base, innovazione tecnologica e pratica clinica, è stato creato un percorso che – se confermato dai dati a lungo termine – potrebbe rivoluzionare la gestione del tumore polmonare e aprire nuovi orizzonti nel trattamento di molte altre patologie neoplastiche.

Nei prossimi mesi sarà fondamentale seguire con attenzione la pubblicazione dei risultati completi, ma una cosa è già certa: la strada verso una chirurgia oncologica sempre più precisa, sicura e personalizzata passa da Roma, attraverso lo sforzo congiunto di scienziati, clinici e innovatori.

Pubblicato il: 8 luglio 2025 alle ore 16:16

Articoli Correlati