Dedalo: il nuovo osservatorio sui Neet in Italia
Indice dei contenuti
- Introduzione: la genesi del progetto Dedalo
- Il fenomeno dei Neet in Italia: numeri e caratteristiche
- Dedalo: obiettivi, partenariato e struttura operativa
- Focus donne Neet: responsabilità familiari e ostacoli all’occupazione
- Disoccupazione di lungo periodo e giovani: un circolo vizioso
- Strategia di Dedalo: studio, ascolto e proposte concrete
- L’impatto sociale e culturale del laboratorio Dedalo
- Il ruolo delle istituzioni nel sostegno ai giovani Neet
- La presentazione ufficiale e le dichiarazioni degli attori coinvolti
- Sintesi e prospettive future di Dedalo
Introduzione: la genesi del progetto Dedalo
All’interno del complesso panorama del lavoro giovanile italiano si fa largo una nuova iniziativa, fortemente innovativa e dal profilo fortemente sociale: si tratta di Dedalo – laboratorio permanente sul fenomeno Neet, un osservatorio nazionale dedicato alla comprensione e all’analisi delle cause che conducono sempre più giovani italiani lontano sia dall’istruzione che dal lavoro. Il progetto, realizzato dalla Fondazione Gi Group in partnership con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, intende fungere da autentica cabina di regia per la rilevazione, l’ascolto e la valorizzazione delle esperienze dei cosiddetti Neet.
La presentazione ufficiale di Dedalo si è tenuta a Roma il 9 luglio 2025, alla presenza di figure istituzionali come Walter Rizzetto, segnando di fatto l’inizio di una nuova stagione di attenzione, studio e, si auspica, concretezza nel contrasto a una delle principali vulnerabilità sociali del Paese: la condizione dei giovani disoccupati Italia.
Il fenomeno dei Neet in Italia: numeri e caratteristiche
Nel contesto italiano, parlare di Neet – acronimo inglese di Not in Education, Employment or Training – significa riferirsi a quella quota di giovani che, tra i 15 e i 34 anni, non risultano coinvolti né in percorsi di studio né in percorsi lavorativi né, tantomeno, in attività formative. E se a livello europeo il tema dei Neet è osservato con costanza, è proprio nel nostro Paese che tale fenomeno assume dimensioni allarmanti. L’ultimo rapporto Eurostat indica come l’Italia si collochi stabilmente nella parte alta della classifica, con percentuali frequentemente superiori alla media europea.
Secondo le ricerche più recenti, una delle condizioni prevalenti tra i Neet Italia è rappresentata dalla disoccupazione di lungo periodo, che arriva a interessare circa il 14% delle persone in questa condizione. Un ulteriore dato significativo riguarda le donne: il 20,6% delle giovani Neet si trova fuori dal mercato del lavoro e dei percorsi formativi per responsabilità di natura familiare. Questi numeri non offrono solo uno spaccato statistico, ma disegnano la mappa di una realtà complessa, fatta di esclusioni, fragilità e percorsi di vita interrotti, spesso per ragioni non totalmente dipendenti dalla volontà individuale.
Dedalo: obiettivi, partenariato e struttura operativa
La nascita di Dedalo rappresenta una dichiarazione d’intenti precisa: trasformare la fotografia dei dati in motore di cambiamento, e fare dell'ascolto e della comprensione scientifica i pilastri di interventi più efficaci. Il progetto si colloca nel solco della collaborazione tra la Fondazione Gi Group, punto di riferimento nei servizi per il lavoro e la formazione, e l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, realtà accademica specializzata nelle dinamiche sociali, psicologiche ed economiche delle nuove generazioni.
L’osservatorio Dedalo ha una natura doppia e innovativa: è anzitutto luogo di studio, di raccolta dati, di mappatura puntuale delle situazioni locali e nazionali; è anche laboratorio permanente, cioè ambiente di confronto attivo in cui ricercatori, policy maker, aziende, terzo settore e gli stessi giovani Neet possano dialogare, costruire ipotesi e proporre soluzioni concrete. Questa struttura dinamica consente a Dedalo di posizionarsi quale hub nazionale per l’intelligenza sociale e tecnologica applicata al fenomeno del allontanamento giovani scuola lavoro.
Focus donne Neet: responsabilità familiari e ostacoli all’occupazione
Uno degli aspetti più evidenziati nella presentazione romana riguarda il ruolo delle donne Neet responsabilità familiari. Il 20,6% delle giovani donne fra i 15 e i 34 anni appartenenti al bacino dei Neet ha esplicitato di trovarsi in questa condizione principalmente per prendersi cura di figli o parenti. Una cifra che non solo conferma quanto la maternità e il lavoro di cura ricadano ancora prevalentemente sull’universo femminile, ma che evidenzia altresì l’assenza o la debolezza delle infrastrutture di welfare in grado di sostenere il ritorno, o il primo ingresso, delle donne nel mondo del lavoro o della formazione.
I ricercatori dell’Osservatorio Giovani Istituto Toniolo sottolineano che questa realtà rischia di consolidarsi in una “trappola sociale”, laddove manchino politiche di conciliazione dei tempi della cura e del lavoro, servizi di supporto all’infanzia diffusi e una cultura del lavoro femminile pienamente inclusiva. Dedalo intende fare di questo focus un campo di ricerca privilegiato, promuovendo una riflessione nazionale che coinvolga istituzioni, datori di lavoro e terzo settore.
Disoccupazione di lungo periodo e giovani: un circolo vizioso
Altro epicentro tematico delle analisi di Dedalo è rappresentato dai Neet disoccupazione lungo periodo. Il 14% dei giovani Neet vive uno stato di disoccupazione ormai incancrenito, spesso superiore all’anno, con effetti cumulativi sulle proprie competenze, motivazione ed autostima. La lunga assenza dal mercato del lavoro o dalla formazione crea danni spesso difficilmente reversibili, soprattutto in una società che evolve rapidamente dal punto di vista tecnologico e delle competenze richieste.
Il tema della disoccupazione di lungo periodo viene affrontato da Dedalo sia in termini quantitativi che qualitativi. L’obiettivo è andare oltre la pura registrazione del dato, per capire quali siano i fattori strutturali – come la scarsa offerta formativa mirata, i divari territoriali, l’assenza di reti efficaci di orientamento e sostegno – che alimentano questo circuito vizioso. Fondazione Gi Group Neet e i partner di Dedalo credono che solo lo studio attento dei casi individuali e delle storie di vita possa produrre conoscenza utile all’elaborazione di strumenti nuovi e più articolati di risposta al fenomeno.
Strategia di Dedalo: studio, ascolto e proposte concrete
Se Dedalo nasce come osservatorio, la sua azione primaria rimane la raccolta e l’analisi precisa delle informazioni. I ricercatori opereranno su più livelli: dalle indagini statistiche e demoscopiche alle interviste in profondità; dalle focus group ai forum con i portatori di interesse locali, compresi i giovani stessi. L’Osservatorio Neet italiano vuole essere laboratorio di innovazione sociale, ma anche collettore di esempi, buone prassi, storie esemplari da diffondere su scala nazionale.
Oltre all’aspetto più strettamente conoscitivo, Dedalo inserisce nella sua agenda la formulazione di proposte operative, soprattutto su tre aree chiave:
- Prevenzione dell’allontanamento dei giovani dai percorsi scolastici e formativi
- Promozione del reingresso lavorativo e dell’inclusione dei Neet, attraverso politiche di matching più efficienti e personalizzate
- Sviluppo di strumenti di welfare, servizi e incentivi che consentano a chi è fuori dai circuiti di scuola e lavoro, specialmente donne e giovani svantaggiati, di rientrare nel percorso attivo
La volontà è quella di non limitarsi alla sola denuncia, ma offrire materiali utili al legislatore, alle imprese, agli enti del terzo settore e ai giovani stessi.
L’impatto sociale e culturale del laboratorio Dedalo
Un tratto distintivo di Dedalo risiede nella sua capacità potenziale di modificare la percezione culturale dei Neet. In Italia, troppo spesso chi si trova escluso dai percorsi di formazione e lavoro è stigmatizzato, visto come manchevole di volontà o energia. La ricerca condotta dall’Osservatorio Giovani e da Fondazione Gi Group mostra invece che dietro queste situazioni esistono barriere materiali, strutturali e talvolta psicologiche molto forti. Rendere visibili queste barriere, ascoltare la voce stessa dei giovani coinvolti e proporre narrazioni alternative, rappresenta uno degli impatti più importanti che Dedalo può esercitare.
Parte significativa del lavoro del laboratorio sarà quindi quello di promuovere campagne di sensibilizzazione, informazione pubblica e attività di advocacy verso media, scuole ed enti locali, per rimuovere il pregiudizio e favorire soluzioni realmente inclusive e partecipate.
Il ruolo delle istituzioni nel sostegno ai giovani Neet
Nel discorso di presentazione del progetto Dedalo Roma, Walter Rizzetto e gli altri rappresentanti istituzionali hanno rimarcato l’assoluta centralità dell’intervento pubblico. Se l’analisi dei problemi spetta agli studiosi e agli operatori sociali, è tuttavia responsabilità della politica e delle istituzioni mettere in campo strumenti legislativi, risorse finanziarie e strategie di sistema. Il fenomeno Neet è infatti tutt’altro che secondario per la tenuta sociale ed economica del Paese: si tratta di centinaia di migliaia di giovani cui viene negata la possibilità di contribuire alla crescita e all’innovazione nazionale.
Le partnership pubblico-private, come quella rappresentata da Dedalo, devono essere sostenute e implementate. Fondamentale, secondo gli esperti, sarà la creazione di sinergie con i ministeri competenti, con le Regioni e con gli enti locali per pianificare interventi organici, integrati e di lunga durata.
La presentazione ufficiale e le dichiarazioni degli attori coinvolti
Nel contesto ufficiale di Roma sono state molte le voci che hanno preso posizione sull’avvio di Dedalo. La Fondazione Gi Group ha sottolineato l’importanza di mettersi al servizio della nuova generazione, ponendola al centro e coinvolgendola direttamente nell’analisi delle cause della propria esclusione. L’Istituto Toniolo ha messo in evidenza la necessità di operare a vari livelli: dal micro (individuo e famiglia) al macro (sistema educativo, sistema produttivo, welfare).
Walter Rizzetto ha infine salutato l’iniziativa ricordando come la questione Neet debba essere trattata con pragmatismo e compiutezza, evitando slogan ma intervenendo sulle cause profonde: dispersione scolastica, disuguaglianze territoriali, assenza di reti di sostegno all’orientamento, problema della conciliazione tra lavoro e cura familiare, e infine, valorizzazione dei talenti inutilizzati.
Sintesi e prospettive future di Dedalo
In definitiva, l’avvio di Dedalo laboratorio Neet rappresenta una svolta per lo studio e la gestione di uno dei principali fenomeni critici della società italiana. L’obiettivo dichiarato di gettare luce, ascoltare e proporre soluzioni pratiche indirizza la nuova realtà ad essere non solo osservatorio, ma motore propositivo per le politiche del lavoro e dell’inclusione giovanile.
Il futuro di Dedalo sarà segnato dalla sua capacità di restituire centralità e dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie e ai territori più esposti ai rischi dell’esclusione. Un compito complesso, che richiede competenza, collaborazione e una visione di lungo periodo.
Come laboratorio permanente, Dedalo potrà diventare uno snodo di riferimento per il dibattito pubblico su Neet Italia e sulle strategie di inclusione, facendo della conoscenza dal basso, dell’innovazione e del confronto multidisciplinare le sue armi migliori. Un’esperienza da seguire con attenzione, per una società capace davvero di non lasciare indietro nessuno.