Don Milani: L’attualità della sua scuola a 58 anni dalla morte
Indice
- Introduzione: Don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana
- La figura di Don Lorenzo Milani nella storia della scuola italiana
- La scuola di Barbiana: un’esperienza educativa rivoluzionaria
- Lettera a una professoressa: un manifesto di pedagogia e giustizia sociale
- Principi educativi di Don Milani: la non bocciatura e l’inclusività
- La funzione politica della scuola secondo Don Milani
- L’eredità educativa di Don Milani nella scuola italiana contemporanea
- L’attualità della pedagogia di Barbiana: innovazioni, sfide e prospettive
- Don Milani e il dibattito odierno sulle disuguaglianze sociali
- Conclusioni: Un lascito che non smette di interrogare la scuola italiana
Introduzione: Don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana
A cinquantotto anni dalla sua scomparsa, la figura di Don Lorenzo Milani continua a essere centrale nel dibattito sull’istruzione e la funzione politica della scuola in Italia. Il 26 giugno 1967, nella piccola frazione di Barbiana, moriva un uomo che avrebbe lasciato il segno come nessun altro nella storia educativa del nostro Paese. L’eco della scuola di Barbiana e del pensiero di Don Milani non si sono mai sopiti. Al contrario, nel contesto attuale, segnato da crescenti disuguaglianze e da un costante ripensamento della funzione sociale dell’istruzione, la sua lezione sembra più attuale che mai.
Con l’obiettivo di fare il punto su quanto Don Milani abbia ancora da insegnare e da stimolare nella riflessione sulla funzione politica della scuola, questo articolo ripercorre la sua storia, la rivoluzionaria esperienza di Barbiana, il valore della sua eredità educativa e le ragioni dell’attualità della sua opera.
La figura di Don Lorenzo Milani nella storia della scuola italiana
Nessuno studio sulla storia della scuola italiana può prescindere dalla figura di Don Lorenzo Milani. Nato a Firenze nel 1923, Don Milani fu un sacerdote, pedagogista e letterato che fece della sua vita una lotta costante contro la discriminazione sociale e culturale.
Tra i principali meriti di Don Milani c’è senza dubbio quello di aver restituito voce e dignità ai ragazzi emarginati dalle istituzioni scolastiche tradizionali. Proprio per questo, la sua opera si inserisce a pieno titolo nella storia dell’innovazione educativa in Italia.
La scelta di dedicarsi ai ragazzi poveri ed esclusi lo portò a fondare la celebre scuola di Barbiana, un piccolo laboratorio di pedagogia radicale che avrebbe ispirato generazioni di insegnanti e studiosi.
La scuola di Barbiana: un’esperienza educativa rivoluzionaria
La scuola di Barbiana nacque ufficialmente nel 1954 in una canonica situata sulle colline del Mugello, lontano dalle luci e dalle possibilità offerte ai centri urbani. Qui, Don Milani accolse i ragazzi che la scuola statale aveva già scartato e bocciato.
Quella di Barbiana fu un’esperienza che scardinò i paradigmi tradizionali dell’istruzione. La scuola era aperta tutti i giorni dell’anno, senza orari fissi, senza programmi precostituiti, senza voti e soprattutto senza bocciature. Ogni studente era seguito individualmente e, soprattutto, si privilegiava il metodo della cooperazione più che della competizione. Questo modello pedagogico, innovativo per l’epoca e ancora oggi d’avanguardia, puntava a integrare gli studenti nella società e a renderli cittadini consapevoli.
Gli elementi distintivi della scuola di Barbiana
- Personalizzazione dell’insegnamento
- Assenza di valutazioni punitive (niente voti, niente bocciature)
- Forte attenzione alle disuguaglianze sociali
- Valorizzazione del lavoro collettivo
- Importanza della scrittura e della parola come strumenti di emancipazione
La scuola di Barbiana è tuttora un pilastro della discussione sulla innovazione educativa in Italia.
Lettera a una professoressa: un manifesto di pedagogia e giustizia sociale
Nel 1967, pochi mesi prima di morire, Don Milani e gli allievi della scuola di Barbiana pubblicarono “Lettera a una professoressa”, un testo che avrebbe scosso profondamente il mondo dell’istruzione italiana. Questo libro, scritto collettivamente, rappresenta ancora oggi un invito a ripensare la scuola come spazio di inclusione democratica.
Lettera a una professoressa denuncia apertamente le pratiche classiste e selettive delle scuole italiane degli anni ‘60. Il libro interroga il modello educativo dominante, colpevole – secondo Milani – di perpetuare le disuguaglianze anziché combatterle. La scuola, secondo Milani, rischia di diventare uno strumento che “difende i ricchi e opprime i poveri” quando si limita a essere selettiva e punitiva, piuttosto che promotrice della giustizia sociale.
Punti chiave della “Lettera a una professoressa”
- Critica alle bocciature e alla selezione scolastica
- Importanza della scuola come ascensore sociale
- Ruolo del docente come guida e non come giudice
- Centralità dei diritti degli studenti, soprattutto dei più deboli
A distanza di 58 anni, i temi affrontati dalla “Lettera” sono ancora oggetto di dibattito, a dimostrazione della modernità della riflessione milaniana.
Principi educativi di Don Milani: la non bocciatura e l’inclusività
Tra le idee più radicali e discusse di Don Milani vi è sicuramente la non bocciatura degli studenti. Per Don Milani, nessuno studente doveva essere lasciato indietro. La bocciatura non era solo un errore pedagogico, ma un atto profondamente ingiusto, in grado di segnare negativamente il destino sociale di una persona.
«Non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali tra diseguali», scriveva Don Milani, sostenendo che la scuola dovesse sforzarsi di colmare le lacune degli studenti, non di evidenziarle o punirle.
Questo principio di inclusività ha aperto la strada a un modo di intendere la scuola profondamente diverso da quello tradizionale. Non è un caso che molti pedagogisti indichino in Don Milani uno dei precursori dell’attuale visione inclusiva della scuola pubblica italiana.
Come Don Milani ha anticipato i tempi
- Rifiuto della selezione precoce
- Sostegno individuale agli alunni in difficoltà
- Valorizzazione dei talenti di ciascuno
- Costante riflessione sulla funzione della scuola nella società
La funzione politica della scuola secondo Don Milani
Don Milani ha sempre ribadito che la scuola è, prima di tutto, uno strumento politico. Politico non nel senso di schieramento, ma in quanto luogo di costruzione della cittadinanza e di emancipazione della persona.
Per Milani, la vera missione della scuola era insegnare ai poveri – ovvero, a tutti coloro che non avevano altri strumenti – a leggere, a scrivere, a esprimersi, a difendere i propri diritti.
In quest’ottica, la scuola deve combattere le disparità sociali invece di consolidarle. Deve fornire agli ultimi della società quella padronanza della lingua che è la chiave per il riscatto sociale. Non a caso Milani scrive che “la parola fa eguali”.
“La funzione politica della scuola si realizza ogni volta che essa restituisce dignità, diritti e possibilità a chi la frequenta”.
Questa visione è oggi riconosciuta come base imprescindibile per ogni seria riflessione su istruzione, democrazia e cittadinanza attiva.
L’eredità educativa di Don Milani nella scuola italiana contemporanea
Oggi molti principi di Don Milani sono diventati prassi consolidate della scuola pubblica, mentre altri fanno ancora fatica a imporsi. La eredità educativa di Don Milani resta un terreno fertile, ricco di spunti e fonti d’ispirazione ma non priva di criticità.
- Le scuole promuovono, oggi più che in passato, l’inclusività e la personalizzazione dei curricoli.
- La figura dell’insegnante tende sempre più a essere quella di facilitatore e non solo di valutatore.
- Il diritto allo studio è al centro di programmi a livello nazionale e locale.
Non bisogna però illudersi che la strada sia ormai tracciata. In molte realtà, permangono selettività, pratiche punitive e un’attenzione insufficiente agli alunni provenienti da contesti svantaggiati.
Dove la scuola deve ancora migliorare
- Superamento della cultura della bocciatura
- Rafforzamento dei supporti a studenti con bisogni speciali
- Investimenti in periferie, scuole decentrate e aree interne
- Aggiornamento didattico continuo e formazione degli insegnanti
L’attualità della pedagogia di Barbiana: innovazioni, sfide e prospettive
La riflessione pedagogica di Barbiana non è un capitolo chiuso. Al contrario, le sue istanze si ritrovano, spesso in forma aggiornata, in molti dibattiti e sperimentazioni didattiche contemporanee. Temi come l’educazione personalizzata, il rifiuto delle bocciature, l’inclusività, l’importanza della gestione cooperativa dell’apprendimento sono diventati centrali nelle sperimentazioni di innovazione educativa in Italia.
#### Alcune innovazioni ispirate da Barbiana:
- Progetti di apprendimento cooperativo
- Classi aperte e gruppi interclasse
- Scuola senza zaino e didattica per laboratori
- Attività di peer tutoring e mentoring tra studenti
- Iniziative di contrasto alla dispersione scolastica
Tutte queste pratiche sono l’eredità viva di una pedagogia che poneva lo studente al centro e ne riconosceva la dignità umana e sociale, in linea con i principi maturati tra le mura di Barbiana.
Don Milani e il dibattito odierno sulle disuguaglianze sociali
Il divario sociale ed educativo, che oggi si ripresenta con nuova forza a causa della crisi socio-economica e delle difficoltà di accesso alle risorse culturali, rende fondamentale il recupero dell’insegnamento di Don Milani.
La scuola italiana, oggi più che mai, è chiamata a interrogarsi sul suo ruolo nel combattere le disuguaglianze sociali. La pandemia ha fatto emergere nuove e vecchie fratture tra territori, famiglie e opportunità educative. L’insegnamento milaniano resta un faro che illumina possibili vie d’uscita orientate alla giustizia e all’equità.
Lezioni attuali dalla pedagogia di Don Milani:
- La tutela del diritto allo studio va garantita a tutti, nessuno escluso
- La scuola deve saper dare di più a chi ha avuto di meno, come diceva Don Milani
- L’attenzione alle periferie sociali e geografiche resta una priorità
- La formazione democratica dei cittadini non può prescindere dall’inclusione
Conclusioni: Un lascito che non smette di interrogare la scuola italiana
Il 26 giugno ricorre il 58° anniversario della morte di Don Lorenzo Milani, e ancora oggi il suo insegnamento interroga profondamente la scuola e la società italiane. La grandezza di Don Milani non sta solo nell’aver denunciato l’ingiustizia e la selettività della scuola del suo tempo, ma nell’avere offerto una visione educativa alternativa: ambiziosa, radicale, profondamente umana.
Scrivere di Don Milani, della scuola di Barbiana e della sua eredità educativa, significa interrogarsi sulle finalità stesse dell’istruzione. Significa chiedersi se la scuola che oggi costruiamo sia veramente capace di promuovere l’uguaglianza, di abbattere le barriere sociali, di formare cittadini critici e responsabili. Significa, in ultima analisi, capire se abbiamo raccolto fino in fondo la sfida che Don Milani lanciò più di mezzo secolo fa.
In un’epoca di cambiamenti rapidi e crisi profonde, la lezione di Don Lorenzo Milani resta un punto di riferimento imprescindibile per chiunque creda nell’innovazione educativa e in una scuola pubblica come autentico motore di giustizia e democrazia.